Sindacato CSD su suicidi in Irpinia, Lanzerotto: “Sintomo di disagio sociale”

scsdRoma – “Il “mal di vivere”, la malattia dell’animo, quel sentimento di disagio, di sofferenza, sembra essere alla base, di tanti suicidi, quando uccidersi, rinunciare a lottare, sembra essere una scorciatoia, per porre fine ai problemi, a situazioni di disagio ingigantite, diventate insopportabili. Dall’inizio dell’anno, in provincia di Avellino, vi sono stati 23 suicidi, di cui 4 , negli ultimi giorni.

La provincia di Avellino, ha dichiarato il Segretario Provinciale del Sindacato Comparto Sicurezza e Difesa (SCSD), Laura Lanzerotto, ha sempre avuto un tessuto sociale forte, basato sul senso e sulla coesione della famiglia, ma in tanti casi, per i motivi più vari, c’è chi si è trovato solo, forse senza avere nessuno a cui confidare i suoi pensieri, i suoi tormenti. Dare un giudizio sui singoli casi, sulle singole situazioni – ha continuato Lanzerotto – non è facile , ma una riflessione, porta a ritenere che anche in Irpinia, la dura prova che la collettività provinciale, ha dovuto affrontare, in questi anni di crisi, ha indebolito, come altrove, la società, ha indebolito la famiglia ed ha reso meno forte e pronta, la solidarietà e la vicinanza. Rispetto al passato, molte cose, lentamente, sono cambiate – ha rimarcato Lanzerotto – basti pensare alla funzione ed alla presenza delle Parrocchie, oggi si è, in genere, più soli, più circoscritti nel nostro “privato”, senza agganci e punti fermi, capaci di dare certezze. Nonostante questi drammatici dati, possiamo ancora dire che l’Irpinia, è un’isola felice, ma indubbiamente, lo è, per molti versi, molto meno che nel passato.

Il SCSD – ha concluso Lanzerotto – ritiene che le strutture sociali dei vari Comuni, dovrebbero avere il “polso” della situazione ed intervenire nei casi a ”rischio” di esclusione sociale, di malattia o di solitudine: situazioni legate, a volte, per la perdita del lavoro o altro, anche a condizioni di disagio economico Certo, sarebbero necessarie maggiori risorse, proprio per aumentare il numero di Assistenti sociali e potenziare un settore, che dovrebbe essere la “prima linea” nell’aiuto e nella prevenzione , in casi di disagio, malattia e solitudine”.