Renzi, riforme e i problemi del paese. SCSD:”L’Italia sembra essere “narcotizzata”".

paternostro scsdRoma  - “Il Governo Renzi, sta dimostrando, ogni giorno di più, i suoi limiti. Forse è opportuno chiedersi, che fine  ha fatto, la tabella di marcia che  con piglio militaresco, il Presidente Renzi,  illustrò agli italiani. Ogni mese una riforma…. Insomma, una sorta di…”ghe pensi mi…”, film, del resto, troppe volte visto in questo Paese. Renzi, informa gli Italiani,  che  l’Europa aspetta le riforme, è una questione vitale, l’approvazione, a spron battuto, della riforma del Senato: ogni opposizione, ogni critica, infastidisce.  Ebbene, riteniamo che qui, sia in gioco un qualcosa di grande e di irrinunciabile, cioè la democrazia. Chi dissente dalla riforma che non riforma (almeno a nostro giudizio), non solo ha il sacrosanto diritto di criticare e votare contro, ma anche quello di porre in essere  tutti gli strumenti che il regolamento parlamentare consente, per  contrastare, in Parlamento,  un qualsiasi provvedimento”. Così in una notail Segretario Nazionale SCSD, Anna Paternostro.

“Il Presidente del Consiglio,  informa  che si  potrebbe tornare a votare:  evidentemente secondo lui, con gli 11 milioni di voti delle europee, sarebbe  una passeggiata. Vorremmo poi sottolineare che  più volte abbiamo invocato il voto anticipato, senza aspettare Renzi.  Eppoi, cosa c’entra  il voto anticipato, con la riforma del Senato?   … o c’entra?  Questa vicenda – continua – ci piace  sempre meno , proprio perché crediamo  nella democrazia, quella vera, non quella  enunciata, sbandierata e non applicata, Cominciamo col dire che L’Europa  non pensa certamente al nostro Senato, ma ai nostri conti e questa riforma, come appare ovvio, a giudizio del Sindacato Comparto Sicurezza e Difesa (SCSD) non è  il vero problema del Paese.  La crisi economica, al di la delle chiacchiere e delle belle parole, è sempre più grave, continuiamo a perdere posti di lavoro e la situazione  di pensionati, famiglie, lavoratori, giovani, sta diventando drammatica”.

La gente non ne può più – ha concluso Paternostro – Il Senato è la da duemila anni, ora è imperativo, assoluto e categorico “riformarlo”? Come? Lasciando gli attuali senatori in carica sino a fine mandato, con stipendio, mantenendo quello che, al di la del qualunquismo e della demagogia,  rappresentano spese enormi che andrebbero tagliate e di cui nessuno  parla, cioè, i  tantissimi dipendenti, gli stipendi  eccessivi, i costi degli uffici ecc. .  Ribadiamo, chiaramente, la nostra posizione: il Senato  se serve – ha concluso Paternostro – lo si lasci così con le sue attribuzioni, riducendo il numero dei componenti  (cosa che andrebbe fatta  anche alla Camera), se non serve, lo si cancelli, senza  tanti problemi e confusione : sarebbe l’unico modo per realizzare un concreto  e chiaro risparmio   e forse anche una maggiore efficienza del sistema. Le soluzioni a metà, creano solo  confusione  e danni”.