Giffoni Experience – Bessoni: “Non definitemi autore dell’orrore”
Giffoni – Il perturbante irrompe nella Masterclass del Giffoni Experience. Il buio, l’orrore quotidiano, l’uomo nero ed altre piccole fobie hanno fatto visita all’Antica ramiera nel corso dell’incontro con Stefano Bessoni, regista e non solo, artista a tutto tondo che sceglie la strada del cinema sperimentale, delle installazioni video e dell’illustrazione per dare forma e sostanza al pantheon delle sue paure. «Da piccolo – ha confessato ai ragazzi, senza mai abbandonare il registro dark in salsa ironica – sognavo di fare il becchino. Ho sempre avuto quest’attrazione per il macabro. Poi quando ho capito che in realtà fare il becchino significava fare l’operatore ecologico cimiteriale, ho cambiato idea e ho deciso di fare il regista. Alla Masterclass del GffBessoni ha presentato I Canti della forca, opera che spunto da una serie di scritti dello scrittore tedesco Christian Morgenstern, i cui personaggi appena abbozzati prendono vita proprio attraverso la fantasia di Bessoni, che ha inventato per loro personalità e fisionomie, e sviluppato una nuova storia originale per poterli unire tutti in un’unica vicenda.
«Non voglio essere definito – ha detto – un autore dell’orrore. A questo proposito cito un verso di Battiato che recita “in quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore“, cosa su cui concordo profondamente. Io preferisco lavorare sulle sensazioni, sul perturbante per come lo intendeva Freud, su qualcosa che ci fa paura ma che è dentro di noi e ci provoca straniamento e disorientamento».