Ato e documento dei sindaci – La nota di Toni Ricciardi

ricciardiAvellino – “Sembra di rileggere una pagina de “I Miserabili” di Victor Hugo, in cui si racconta del male che afflisse molti francesi dopo la fine dell’impero napoleonico. Tant’è che qualche decennio dopo i centri psichiatrici di Parigi erano pieni di persone ricoverate perché pensavano di essere Napoleone. A distanza di due secoli, pare che il segretario provinciale del Pd sia affetto dalla stessa sindrome”. Così in una nota l’esponente PD, Toni Ricciardi.

De Blasio – continua – aveva inaugurato, all’insaputa di tutti, le fantomatiche larghe intese nel piano di zona sociale di Atripalda, che hanno portato all’elezione del sindaco di Atripalda, Paolo Spagnolo. Poi, lo stesso De Blasio comunica che il PD non ha interessi all’Asi e non avanza questioni di natura programmatica in quell’ente, in modo da preservare i rapporti storici che lo stesso De Blasio mantiene con l’Udc di De Mita. Infine, all’Ato, dove si impone il nome di Foti, nel frattempo sempre gli amici di De Blasio, quelli dell’Udc, vogliono la divisione tra la raccolta e l’impiantistica (quella che realmente frutta economicamente) dando il sentore di voler riproporre una vecchia storia vissuta all’Alto Calore tra servizi e patrimonio. In più, l’elemento che maggiormente desta meraviglia è che, nella fronda dei sindaci, il primo firmatario nonché il tessitore di un’alternativa alle fantomatiche larghe intese tanto decantate dallo stesso De Blasio, sia proprio il suo datore di lavoro, il sindaco di Atripalda”.

“E sono stato facile profeta quando chiesi, non più di qualche giorno fa, di rinviare l’Ato per evitare l’ennesima figuraccia al primo partito di questa provincia. A questo punto, sorge una domanda - sottolinea, infine, Ricciardi - Se De Blasio era a conoscenza di questo documento, significa che è complice, anzi mandante, della decapitazione di Foti. Se non ne è a conoscenza, De Blasio continui a fare il tecnico e lasci stare la politica che lo ha fatto diventare tecnico e tragga le dovute conclusioni. Già abbiamo dato a Montoro, e tutto non può ruotare attorno alle sorti dei datori di lavoro del segretario provinciale del Pd”.