Amministrative Montella – Quinto comizio di “Montella per la Democrazia”
Montella – Il quinto comizio di “Montella Per la Democrazia” ha avuto come protagonisti due consiglieri uscenti. Che si sono tolti molti sassolini dalle scarpe nei riguardi dell’amministrazione, in particolare nella persona del sindaco Ferruccio Capone. Emanuela Pizza, ex assessore della giunta Capone, ha prima chiarito i motivi che hanno portato lo stesso sindaco a revocare il suo incarico: «Io non volevo vivere l’assessorato come carica onorifica, come medaglietta ricordo, ma evidentemente solo in questo modo Ferruccio Capone garantiva se stesso e le sue personali mire» lamentando quindi una mancanza di confronto all’interno della giunta. Poi si sono analizzati alcuni casi, come quello della messa in sicurezza del sistema informatico del Comune, per il quale si sa bene che «il titolare della stessa Si.In.For è cugino del vicesindaco Brandi» o anche quello del progetto «“Un mondo a colori” per cui si sono pagati 60mila euro in più del previsto. Questi giochi di prestigio non sono più sopportabili». Per Manola Pizza «la lista “Montella Per la Democrazia” invece vuole trasformare il comune in una “casa di vetro” all’insegna di trasparenza, democrazia e partecipazione. Per questoistituiremo delle consulte permanenti per favorire l’ascolto, il confronto e il dialogo con le categorie».
Con un appello finale: «”Montella Per la Democrazia”non propone confezioni, ma un programma che renda ogni cittadino protagonista e responsabile prima di tutto della vita quotidiana della nostra città. Diffidate, cittadini, dagli urlatori, da chi oggi promette di tutto: perché per i cittadini la politica non è comandare, la politica è servire». A seguire invece è stata la volta di Sergio Pizza, anch’egli concentratosii su alcune “malefatte” dell’amministrazione uscente: «Il Sindaco Capone ha, guarda caso, dormito sul PUC per 4 anni e 10 mesi, con il solo scopo di salvaguardare interessi specifici e per fare promesse in piena campagna elettorale. Poi ci viene a fare il comizio dicendo di aver accolto il 95 % dei ricorsi, riconoscendo di fatto il PUC come strumento elettorale». Poi ancora sulla Casa Comunale, per cui «al di là di tutte le questioni, il disastro è sotto gli occhi di tutti: alla fine, infatti, contano i risultati ottenuti». Altra annosa questione è quella «dei 70 alloggi di edilizia popolare, ancora non assegnati. I motivi di tale disastro sono certamente da ricercare nella incapacità degli amministratori di affrontare i problemi. La soluzione era semplice: bastava costringere l’impresa ad eseguire i restanti lavori perché la stessa aveva firmato il contratto per realizzarli tutti, come da progetto». Ancora: «Il comune ci lascia una eredità di 756 cause – continua Pizza – anche a seguito del famigerato Autovelox posizionato sull’Ofantina . L’amministrazione ha sempre sostenuto la sua legittimità, mentre alla fine si è dimostrato che così non fosse, tant’è che poi è stato smantellato». Poi per la «soppressione del giudice di pace» il sindaco si è giustificato dicendo che «non è stato possibile mantenerlo perché quelli degli altri paesi non lo hanno sostenuto e soprattutto perché per i cittadini e gli avvocati era più comodo andare a Sant’Angelo dei Lombardi. Ma a questo non credono neppure i bambini». Passando poi ad alcune proposte, come quello di «cambiare la dicitura dei castagneti da bosco a frutteto in attualità di coltura, per il quale ho stilato un dossier a febbraio, che adesso viene portata avanti dalla Nugnes» o «liberarci da Equitalia, applicando semplicemente la legge “Salva Italia” che da la possibilità ai comuni di procedere alla riscossione dei tributi direttamente o in forma associata con altri comuni». Ancora sui rifiuti edili, «individuare un’area magari in cui posizionare più cassoni metallici, dove cittadini e imprese potranno versare i rifiuti. In tal modo eviteremo un indiscriminato abbandono di rifiuti edili, con consistenti risparmi per tutti». Insomma, un mix di malefatte dell’amministrazione e proposte perché non vengano più fatte.
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