Mimmo Giugliano della cGIL ci manda il seguente comunicato:

“Secondo una definizione internazionale,  i bassi salari sono quelli inferiori ai due terzi del salario lordo mediano. l’ introduzione di un salario minimo,  in italia,  o uno stipendio minimo legale, significa,  secondo me,  oltre che ridurre la poverta’, soprattutto lottare contro il dumping salariale.
si tratta, quindi, di stabilire una politica salariale giusta e orientata sul mercato, con una particolare attenzione al  potere  d’ acquisto  dell’ elemento  retributivo  rispetto  al  costo  della  vita.
Con  un  salario  minimo  legale,  le  persone  riceverebbero  uno  stipendio  dignitoso.
Si  tratta  di  remunerare  decentemente  il  lavoro.
Ognuno  dovrebbe  poter  vivere  del  proprio  lavoro.
con la determinazione nei contratti collettivi di lavoro di salari minimi usuali per il luogo, la professione ed il ramo.
In  questa  fase,  superata  la  recessione,  nella  possibile  anche  se  lenta  ripresa  economica,     il tema   principale  e’  l’ occupazione,  compatibile con la dimensione moderna di un paese  avanzato  e  civile socialmente,  e  quindi, proprio per questo, non in contraddizione e neanche in contrasto con gli adeguamenti salariali sopra richiamati.”

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