Regione – Roghi illegali, Nappi “Si a regolamenti nel rispetto della salute dei cittadini”

nappiNapoli - “Occorre continuare a salvaguardare i cittadini dai roghi illegali, ma al contempo è necessario tutelare i coltivatori e le piccole aziende agricole che rischiano di incorrere in pensanti sanzioni e in denunce penali per piccoli abbruciamenti non tossici e non dannosi per la collettività. A tal fine ogni amministrazione comunale sarà chiamata ad adottare, d’intesa con la Regione, un regolamento che disciplini e garantisca il controllo delle attività di abbruciamento nel rispetto della salute e dell’ambiente.” A renderlo noto è il Consigliere Sergio Nappi che da tempo sollecita le istituzioni regionali ad esprimersi in merito ai dubbi sulla estensione delle sanzioni previste nel testo unico sull’ambiente a chi dà fuoco a rifiuti vegetali e potature derivanti dall’attività agricola.
“In questi ultimi mesi – spiega Nappi – è emersa una distonia sempre più evidente tra quanto disposto dalle leggi nazionali e l’applicazione che delle stesse viene effettuata dal Corpo forestale dello stato a seconda delle regioni in cui questo opera. In alcuni casi, come quello della Toscana, il taglio della vegetazione e le successive operazioni, compreso l’abbruciamento, rientrano nell’ambito del normale ciclo colturale agro – forestale e non rappresentano una violazione della normativa sui rifiuti.”
 
“Però, - rileva Nappi - il decreto 136 ha aggiunto un articolo (il 256 bis) che introduce il reato di combustione illecita di rifiuti nel cosiddetto codice dell’ambiente. Da qui l’esigenza di fare chiarezza per evitare che l’applicazione di una disposizione, certamente necessaria, si ripercuota sui coltivatori e sulle piccole aziende agricole. Un conto sono i cumuli la cui combustione provoca fumi certamente tossici, e un altro sono i cumuli di dimensioni modeste provenienti dallo sfalcio e dalla potatura e i cosiddetti abbruciamenti di necessità, come quelli derivanti dalla castanicoltura.”  
In ragione di queste considerazioni, l’Agenzia per la protezione ambientale in data 25 marzo ha prodotto un parere destinato all’assessore Romano che, secondo Nappi, “va nella giusta direzione”. L’Arpac, infatti, sostiene la non applicabilità della sanzione penale perché – si legge nel parere – la fattispecie è “coerente con la circostanza che le ceneri di tale attività di combustione – provenendo da scarti vegetali – è giustificata dalla scarsissima – per non dire inesistente – qualità inquinante.”
E’ pertanto legittima e non infondata, secondo l’Agenzia, l’ipotesi che sia errato ritenere che le sanzioni, introdotte con modifica al codice ambiente, possano essere estese ai roghi di materiale di risulta agricolo – forestale, a condizione che non danneggino l’ambiente né mettano in pericolo la salute umana. Secondo i tecnici dell’Arpac, inoltre, non appare assolutamente superato dalla nuova norma quanto ha affermato la Cassazione penale con una sentenza del 2013. La Suprema corte, infatti, ha sancito che non rientrano nel campo di applicazione della disciplina rifiuti le materie fecali, paglia, sfalci e potature, e il materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura e nella selvicoltura.
 
Tuttavia l’Arpac ha sottolineato la necessità di “affrontare” il dettato normativo nella parte in cui definisce “illecita” (e non illegittima) la combustione di paglia e sfalci vari. A tal fine – scrive l’Agenzia – tale illiceità richiamata dal legislatore può essere superata da un regolamento comunale concordato con la Regione. Un regolamento che deve mirare a disciplinare e garantire il controllo durante e successivamente alle attività di abbruciamento di sterpaglie, frasche e scarti di potatura dei castagneti, con i dovuti accorgimenti e previa attenta vigilanza dei corpi della Polizia Municipale e ove occorra, della Guardia forestale.
“Mi auguro – conclude Nappi – che l’Assessorato all’Ambiente adotti i provvedimenti conseguenti a quanto sostenuto dall’Arpac e indichi ai comuni la strada da seguire per continuare a salvaguardare i cittadini, la loro salute, tutelando i coltivatori e le piccole aziende agricole.”