Coordinamento gestione acqua pubblica Campania – “Si scrive pubblica, si legge democrazia”

acquaIl coordinamento campano per la gestione pubblica dell’acqua ci manda il seguente comunicato circa la giornata mondiale dell’acqua pubblica:

Il  22 marzo in Campania è una triste giornata. Invece di festeggiare la giornata mondiale dell’acqua pubblica, in Campania costatiamo il tradimento della volontà della maggioranza assoluta del popolo italiano, ben 27 milioni di elettori del referendum del 2011. La Regione Lazio ha approvato  all’unanimità una nuova legge sulla tutela, il governo e la gestione dell’ acqua che secondo il presidente Nicola Zingaretti “E’ la vittoria di cittadini e istituzioni che hanno combattuto insieme perché l’acqua restasse un bene di tutti.” Invece qui in Campania la giunta Caldoro fra pochi giorni approverà un disegno di legge che privatizza in maniera selvaggia tutta l’acqua della Campania affidandola a gestori di dubbia moralità come Gori che è piena di debiti a causa del suo operato non trasparente. E queste privatizzazioni creano problemi all’azienda speciale ABC, l’azienda pubblica napoletana creata dall’amministrazione di De Magistris.

Blocchiamo la legge regionale 204 del 2013 con la quale il presidente Stefano Caldoro e il suo assessore Giovanni Romano riaprono alla gestione privata dell’acqua. I comitati per l’acqua pubblica della Campania chiedono il ritiro immediato di questo disegno di legge:

Contrasta ancora una volta l’esito del Referendum del 2011;

Impone la privatizzazione dei grandi acquedotti regionali;

Elimina il ruolo delle comunità locali nella gestione e nel controllo del servizio idrico;

Consolida la posizione delle società private che, nonostante i Referendum, ancora gestiscono l’acqua in larga parte del territorio regionale;

Considera l’acqua merce senza alcuna salvaguardia e tutela della risorsa naturale.

Cittadini campani dovete sapere che cosa fanno sulla nostra pelle e contro la nostra volontà.

Si Scrive acqua pubblica, si legge democrazia”, ma la democrazia non c’è più.