Movimento Azione Sociale, Capossela: “una nuova fase del Sindacato”

azione socialeAvellino – “I Sindacati nazionali e locali non perdono occasione di denunciare, con dati precisi ed inconfutabili, la situazione drammatica che vive il nostro paese. Intendiamo però riferirci in questa occasione alle analisi impietose e drammatiche che i Sindacati Irpini forniscono alla nostra provincia, in occasione soprattutto di convegni o congressi di categoria, “deliziandoci” sui disagi economici e sociali della nostra amata terra. Bisogna ammettere l’abilità che posseggono nel fornire tutta una serie di notizie ed informazioni riguardanti la disoccupazione giovanile, il tasso di disoccupazione generale e addirittura il numero degli iscritti di lunga durata presso i centri per l’impiego, tanto da apparire bravi e preparati analisti economici. Ma la loro missione sindacale non finisce naturalmente qui. Altrettanto pronti risultano nell’individuare i veri responsabili della profonda crisi economica”. Così nella sua nota Francesco Maria Capossela, Movimento Azione Sociale.

“La più recente dimostrazione - prosegue – ci viene offerta dal segretario provinciale della CGIL Vincenzo Petruzziello, che in occasione del congresso del sindacato non ha risparmiato critiche al veleno a due personaggi della vita pubblica, ritenuti tra i principali colpevoli delle attuali emergenze economiche e sociali: il Presidente della Giunta Campana, reo di aver strategicamente isolato e impoverito l’Irpinia, divenuta pattumiera dell’area partenopea, ed il direttore Sergio Florio, esecutore di un diabolico piano politico regionale finalizzato a tagli indiscriminati sui servizi sociali ed assistenziali.

Analisi, quella del segretario della CGIL, che non obiettiamo ma ci poniamo invece la questione sul ruolo dei Sindacati in genere, prima e durante la crisi. Riteniamo su tale punto che l’opinione pubblica abbia una idea ben precisa e poco confortante delle categorie sindacali, ritenendola più predisposta ad assecondare la sua anima barricadera e contestatrice che a misurarsi rispetto alle reali esigenze dei lavoratori che rappresenta.

Anche il Sindacato come la politica non risulta più capace di cogliere con esattezza le questioni emergenziali presenti sul tavolo, di avanzare proposte serie e concrete, di stare al passo con i tempi. Se un Sindacato importante come la CGIL “percepisce” nel 2010 la crisi in Irpinia, ma risulta incapace di prevedere il peggioramento economico e sociale negli anni successivi, i cui sintomi erano del tutto evidenti, dimostra drammaticamente il ruolo ormai marginale assunto dalle categorie del lavoro rispetto alle dinamiche economiche e sociali esistenti.

Abbiamo bisogno – conclude la nota – di un Sindacato diverso, che sappia assurgere al ruolo di cerniera tra il mondo politico e del lavoro, che sappia confrontarsi costruttivamente e sappia fornire novità, idee e soluzioni concrete, prima che le emergenze arrivino ad un punto di non ritorno. La conflittualità sociale, strumentale e fine a se stessa, rappresenta un metodo di lotta superato ed ormai logoro. Apriamo un nuova fase sindacale che sappia interagire proficuamente con il mondo dell’imprenditoria e delle istituzioni, con la precisa consapevolezza che le soluzioni si ricercano esclusivamente nel primario interesse della comunità”.