Emergenza acqua Solofra, D’Urso: “soluzione definitiva ancora lontana”

d'ursoSolofra - Sindaco, per favore, fermati un attimo a riflettere”. Esordisce così il consigliere comunale di minoranza Antonello D’Urso.

Sono ormai due mesi – prosegue – che la nostra comunità ha fatto la conoscenza con il tetracloroetilene ma l’emergenza che ne è derivata appare tutt’altro che prossima a finire. Innanzitutto la questione dell’acquedotto civile. E’ decisamente preoccupante il fatto che il sindaco in consiglio comunale abbia ammesso che la rete rischia di andare in affanno durante i mesi estivi. E mi da ancora di più da pensare quando leggo che l’Irno Service, la municipalizzata che si occupa della rete idrica, sta valutando la possibilità di fornire, ammesso che ciò non stia già avvenendo, l’acqua civile alle industrie. Allora la portata dell’acquedotto è sufficiente ad entrambe gli scopi oppure no? A che gioco stiamo giocando?”

“Il sindaco, rilancia D’Urso, parla tranquillamente di tariffe agevolate e di esenzione dai canoni di allaccio per le aziende che devono sopperire alla chiusura dei loro pozzi. Non vorrei, però, che queste misure, che appaiono motivate molto di più originate dalla volontà di blandire i conciatori arrabbiati per la chiusura dei pozzi industriali che dalla volontà di tendere una mano alle aziende, alla fine vadano a gravare sulle spalle dei cittadini”.

Dai pozzi civili ai pozzi industriali: “L’Ato nel suo piano ed i pareri tecnici raccolti dai conciatori hanno evidenziato come la realizzazione di una barriera idrica sia la strada obbligata per la messa in sicurezza della falda. Ebbene nonostante tutto il sindaco continua a firmare ordinanze di chiusura dei pozzi e questo nonostante appaia evidente che l’acqua inquinata va emunta per evitare che l’inquinamento si allarghi. Insomma la strada da seguire è un’altra”. “Solofra, rispetto ad altri centri è avvantaggiata perchè sul territorio ci sono oltre duecento pozzi che da soli costituiscono una barriera idrica idonea a bonificare il territorio. E’ per questo motivo che ritengo sia un errore che i pozzi restino chiusi”. Ed ancora. “Ci si ostina a cercare conforto in pareri tecnici per cercare di capire come si muove il tetracloroetilene nella falda. Ebbene basterebbe analizzare le concentrazioni di inquinante rilevate all’atto della chiusura dei pozzi per capire in che punti il percloro è presente in quantità maggiore. E quindi intervenire con l’emungimento della falda per bonificarla”.

Una ulteriore considerazione: “Sindaco nei prossimi giorni sono stati convocati tutta in serie di incontri alla quale prenderanno parte i conciatori. Come al solito i conciatori e le organizzazioni sindacali, per non parlare delle forze politiche, vengono convocate solo dopo che le decisioni sono state prese. Sarebbe stato decisamente meglio, sindaco, che prima di emettere l’ordinanza per il monitoraggio dei pozzi si fosse avvertita la necessità di andare un confronto con la città. Cercarlo ora ha il sapore di una esenzione di responsabilità”