Ecco il calendario storico dell’Arma 2014

20131213_121214 (1)Avellino-L’Arma dei Carabinieri compie quest’anno il suo secondo secolo di vita.

Era ancora lontano l’appuntamento col Bicentenario quando, nel 2011, affidammo a una serie di quattro Calendari – questo è il conclusivo – il compito di tratteggiare le tappe salienti della nostra storia, tutta vissuta con la forza, la determinazione e la generosa abnegazione da sempre presenti nello spirito del Carabiniere.

Era il 1814 quando, nella cara Torino, nasceva il Corpo dei Carabinieri. Appena 800 uomini “… per buona condotta e saviezza distinti …”, distribuiti in 113 Stazioni, iniziarono a scrivere una storia esaltante che avrebbe accompagnato la vita della Nazione e dei suoi 8.093 Comuni. Da allora i Carabinieri vivono in modo esclusivo lo straordinario legame con il territorio, oggi affidato a 4604 Stazioni e 55 Tenenze.

Esse sono il cuore della nostra organizzazione e tra i simboli più antichi e amati dello Stato Italiano, per quella radicata e riconosciuta capacità di coniugare efficienza operativa e sensibilità umana.

Ed è proprio questo il filo conduttore delle “tavole” del Calendario, che raccontano gli ultimi cinquant’anni di vita dell’Arma, dal 1964 al 2014, con pagine intense, talvolta drammatiche, della storia d’Italia. Una storia nella quale il Carabiniere è stato sempre generosamente presente: dal disastro del Vajont all’alluvione di Firenze, al contrasto dei sequestri di persona, dell’eversione, della mafia, alle missioni di pace nei Balcani, in Afghanistan e in Iraq, con la dolorosa memoria di Nassiriyah.

Pagine fitte di innumerevoli atti di eroismo, tante volte compiuti con il supremo dono della vita, sempre vissuti con la silente compostezza che è senza dubbio la nostra cifra distintiva, indelebilmente impressa nel nostro passato. E al Carabiniere sta a cuore il passato, per tutto ciò che custodisce di saggio e di giusto.

Celebrare i 200 anni della nostra Storia significa, dunque, consolidare e arricchire quel copioso patrimonio di valori umani ed etici che le generazioni precedenti ci hanno tramandato.

Un patrimonio mirabilmente rappresentato dall’immagine di copertina del Calendario Storico: due Carabinieri in servizio di pattuglia, avvolti nelle loro ampie mantelle, il capo chino e il corpo leggermente proteso in avanti, vincono l’impeto della bufera. È la celebre “Pattuglia nella tormenta” dello scultore fiorentino Antonio Berti, un’opera che esprime tutto il senso della nostra missione.

Ad essa si ispira il monumento che sarà posato nei giardini prospicienti il Palazzo del Quirinale, intitolati all’Unità d’Italia. L’opera monumentale è in corso di realizzazione grazie soprattutto al sostegno dei Comuni d’Italia, che così testimoniano quel vincolo speciale tra le Comunità e i propri Carabinieri, che il tempo ha reso sempre più forte e che, come è stato recentemente affermato da un’autorevole firma del giornalismo, fa dell’Arma, nelle coscienze e nelle aspettative dei cittadini “l’Arma degli Italiani”.

Un riconoscimento impegnativo che, alle soglie del terzo secolo di vita dell’Istituzione, diventa prezioso lievito di consapevole responsabilità e conferma tutti i Carabinieri nel proposito di continuare a servire, silenziosamente e con dedizione, l’Italia, le sue Leggi, il suo Popolo.