Giornata contro la violenza sulle donne. La nota delle donne PD

violenza-donneAvellino – “Non passa giorno senza che in Italia non ci sia un episodio di violenza sulle donne. Non passa attimo senza che nel mondo non si consumino omicidi, stupri, deformazioni genitali, matrimoni di donne bambine mandate ad ingrossare harem di uomini “sultani” fino ad impedimenti- vedi il divieto di guida per le saudite- che, se sono non sono truculenti, testimoniano la considerazione in cui sono tenute le donne nel mondo musulmano. Il PD è sufficientemente impegnato ad aprirsi ai tempi che cambiano. Quello che manca è un effettivo e totale adeguamento legislativo che elimini ogni forma di barriera e che faccia capire bene che toccare il corpo di una donna, se non per gesti d’amore, è punito in maniera esemplare a costo di “sacrificare” ed “adattare” le sanzioni”. Così in una nota le esponenti femminili del PD, intervengono sulla giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Le donne – continua la nota – non devono accettare di essere rinchiuse in una riserva che consenta loro di accedere ad incarichi od uffici, ma neanche si può immaginare che secoli di sudditanza si risolvano da soli. Abbiamo dimostrato di essere più che all’altezza- basti pensare alle professioni tradizionalmente maschili- notai, magistrati, avvocati, medici che vedono le donne in salita esponenziale nel rapporto uomo donna, per dover chiedere o piatire. Questo è il tempo di pretendere! Questo è il tempo per trasmettere alle nostre figlie che mai più dovranno sentirsi da meno rispetto ai maschietti! Urla, quindi, nella denuncia ma anche ferma, razionale consapevolezza di quello che valiamo. L’obiettivo deve essere che giornate come questa, in cui si ricordano le violenze subite dalle donne, siano cancellate dal calendario. Solo quando ciò sarà realtà, potremo dirci appagate”.

Un riconoscimento non formale ma sentito agli uomini del PD irpino che, a partire dal Segretario provinciale e dalle scelte che ha fatto, hanno dimostrato che possono esistere luoghi in cui l’esser donna non rappresenta un handicap; che le donne possono e devono essere giudicate per il loro cervello. Mai più le Carfagna, le Santanchè, le Minetti ma le Bindi, Le Puppato e, perché no anche quelle che abbinino, in politica come dappertutto, capacità e passione a bellezza ed avvenenza. – concludono - W le donne e, perché no, W gli uomini che accettano di confrontarsi alla pari”.