Solofra – Commemorato l’anniversario del Terremoto

Tanta gente alla commemorazione del 33.mo anniversario del terremoto  che ha colpito tragicamente  l’Irpinia. Un momento di  terrore e di apprensione  che è diventato un  triste, indelebile ricordo per tutti gli irpini che quei momenti li hanno vissuti e che hanno ancora negli occhi e nei cuori , quei drammi, quei disastri, quei morti, quei feriti , quelle urla , che il “mostro” terremoto, aveva  provocato. Un filo conduttore  unico ha legato  gli  interventi dei numerosi relatori che si sono succeduti , ad iniziare dalla presentazione del convegno, da parte del moderatore, Antonio de Lieto Segretario Generale del SCSD  che in apertura dei lavori   ha invitato ad osservare  un minuto di silenzio per i morti del terremoto del 1980 in Irpinia  e per le vittime dell’alluvione della Sardegna, di questi giorni,  per proseguire con Giovanni Cini, fondatore della Misericordia; Nicola Moretti, Consigliere Comunale; Adriano Esposito, Dipartimento Protezione Civile SCSD; Vincenzo Di Guida, Dipartimento Croce Rossa SCSD; Domenico de Maio, Presidente del Circolo Caposolofra.  Gli interventi sono stati incentrati sugli aspetti, anche sociali del terremoto, sul coraggio del popolo irpino e sulla solidarietà. In particolare  l’accento è stato posto, sulle conseguenze disastrose   del terremoto  che colpì l’Irpinia,  provocando migliaia di morti e feriti, la distruzione di interi paesi, di parte importante della rete viaria  e di altre strutture. Il nostro tessuto sociale  venne stravolto, ma la nostra gente non si è pianto addosso – hanno sottolineato i relatori, pur con sfumature diverse -  e dopo un momento di comprensibile abbattimento, si è rimboccata le maniche ed ha lavorato  duramente, per far risorgere la nostra terra. Non solo si è ricostruito, ma vi è stato il miracolo della  ripresa dell’economia  e  la creazione di importanti poli industriali, che hanno dato lavoro  e creato sviluppo.  Il terremoto dell’80 ci ha insegnato che, comunque, il territorio va rispettato  e  che  è necessario impedire costruzioni selvagge e scriteriate. Certo tante case che sono state sbriciolate, erano  state costruite tantissimi anni fa, senza alcun criterio antisismico e questo è servito da insegnamento  nella ricostruzione. Trentatre anni or sono, il popolo irpino ha mostrato coraggio e coesione ed i giovani di oggi, devono prendere a modello e ad esempio i loro nonni ed i loro padri   ed essere orgogliosi e fieri di  essere irpini ed appartenere a questa terra, a questa gente. Tutti gli interventi, hanno sottolineato l’opera importante  e impareggiabile, dei tanti volontari, tantissimi giovani, che  insieme ai volontari irpini, ai Vigili del Fuoco, ai militari ed ai reparti delle Forze di Polizia, hanno soccorso la popolazione, rischiando anche la vita, per salvare vite umane, scavando, a mani nude, fra le rovine. I tanti gesti di altruismo, di pura solidarietà, hanno contraddistinto uomini e donne, giovani ed anziani, che   mettendo da parte i loro impegni personali, i loro interessi, si sono dedicati agli altri, ai meno fortunati, a chi aveva perso tutto, anche i loro cari, per ribadire che l’amore per il prossimo, è un bene prezioso, da tramandare alle nuove generazioni.