Associazione “Info Irpinia” – Terremoto 1980, la nota di Francesco Celli

Logo_Info_Irpinia - CopiaAvellino - Crollò tutto, tranne la nostra anima.

Non c’erano tutti quelli che oggi leggono, ma chi l’ha vissuto è cambiato per sempre. Così come la nostra Terra.

23/11/1980

Dopo una domenica con le nostre tradizioni, i pranzi in famiglia, gli amici al bar, una passeggiata in villa, il parlare di calcio e l’Avellino che vince; in un niente si spezzano le vite dei nostri cari, viene distrutto il nostro panorama, si devasta la prospettiva della nostra esistenza.

Cade tutto.

Le nostre poche certezze scompaiono in un minuto e mezzo. Un boato tremendo ci sconvolge corpo ed anima: non si hanno più i punti di riferimento visivi. Dove c’era una casa ora c’è niente. Non sai a chi rivolgerti, non sai dove andare, non capisci e sei tremendamente solo. La polvere ti entra negli occhi e nei polmoni, ti soffoca. Silenzi. D’improvviso urla strazianti, corpi sepolti. La desolazione infinita. Poco fa tutto era normale, ora nulla lo è più. La paura annebbia gli altri sensi. Quelle travi che sbucano dai calcinacci confusi. Pietre disordinate, ancora scosse e qualche altro crollo. Quando smette di tremare? Le strade ed i marciapiedi non si vedono più. Terrore.

Quasi 3.000 vittime, quasi 10.000 feriti.

Il ritardo nei soccorsi. Ritardo mostruoso pensando che un solo minuto, nella situazione che abbiamo provato a descrivere, vale quanto una vita di dolore.

Pensare che qualcuno ha avuto il ”coraggio” becero di arricchirsi alle spalle di questa tragedia. Proprio così. Mentre tanti sono i Paesi che non hanno ricevuto nulla per essere ricostruiti. Tutto da soli abbiamo dovuto fare, come sempre.
Oggi oltre al doveroso pensiero alle vittime, vogliamo ricordare una cosa ha impressionato i soccorritori accorsi da tutta Italia e ci sono diverse testimonianze: lo spirito di solidarietà degli Irpini.

“Hanno scavato a mani nude per cercare i propri cari ed anche dopo averli ritrovati senza vita non si sono fermati, hanno continuato a scavare per aiutare chi aveva bisogno”.

Commovente spirito Irpino.

Crollò tutto, tranne la nostra anima.

Francesco Celli