Teresa Lombardo è la giornalista irpina vincitrice del premio “Diritti umani in carcere”

lombardo-tantucci‘La Voce dei minori in carcere’. E’ il tema del concorso nazionale targato Eip Italia (Ecole Instrument de Paix) che ha coinvolto 235 scuole di tutte le regioni italiane e alcuni penitenziari d’Italia (Rebibbia, Larino, Civitavecchia, Nisida, Icatt, Airola, Lauro, Bellizzi Irpino, Secondigliano).

43 gli istituti d’Italia premiati. Sul podio l’Irpinia per la sezione carceri. A ricevere il prestigioso primo premio nazionale – ‘Diritti umani in carcere’ l’irpina Teresa Lombardo giornalista professionista e delegata regionale Eip Italia sezione carceri insieme alla squadra della casa circondariale di Airola (Bn) con il direttore dell’istituto Mariangela Cirigliano e Stefania Rinaldi (redattore trimestrale) per il progetto giornalistico ‘La voce libera’ e non solo. Menzione d’onore – per la sezione scuole e poesia – all’istituto scolastico Parzanese di Ariano Irpino (progetto Fidapa – Ariano Irpino). Premiati per il loro impegno a servizio del bene comune il prof. Vittorio Silvestrini presidente di Città della Scienza – Prix International pour la Paix Jacques Muhlethaler 2013 e Pietro Grasso presidente del Senato ‘Liberi tutti. Lettera a un ragazzo che non vuol morire di mafia’ – Premio Ecole Instrument de Paix Italia 2013 ‘Un libro per i diritti umani’.

L’evento è stato patrocinato dalla Maison-Internationale de la Poesie-Enfance Bruxelles, dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, dalla Direzione generale per lo studente, dalla Direzione generale per gli Affari internazionali, dal Ministero Affari Esteri, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalle Direzioni scolastiche regionali, dalla Regione Campania, dalla Regione Lazio, Provincia di Roma e Comune di Roma.

ECCO IL PROGETTO CARCERI DI TERESA LOMBARDO: ‘UN VIAGGIO DENTRO E FUORI IN NOME DEL RISCATTO’

“Un viaggio all’interno delle mura di cinta, dove lo sguardo si perde, dove l’orizzonte non c’è, dove lo sguardo è corto. Fin troppo corto. Un viaggio, in punta di piedi, lì dove abitano le persone detenute. Sì le persone ristrette. Anch’esse persone con i loro grandi errori, con le loro ‘misere’ storie di vita, e una pena – come è giusto che sia – da espiare. Racconti che fanno riflettere. ‘La vera sofferenza – confessa una detenuta nel carcere di Bellizzi Irpino – quella che ti consuma l’anima è il sentirsi inermi, inutili, il non avere libero arbitrio su niente, il sentirsi oppressi e dipendenti da qualcuno che non sai chi è, che non conosci e che non ti conosce come persona’. La condizione delle persone detenute è quella di chi non fa storia, di chi non ha peso. Le detenute e i detenuti non contano nulla nelle coscienze libere, nuove e fino al midollo critiche eppure potrebbero rappresentare oblò di speranza perché il carcere non è il capolinea, lì la storia delle persone non è finita.

Potrebbe ripartire la nuova vita: lì, dove lo sguardo diviene asimmetrico, si spezza, è corto. Si scontra contro i muri. Contro le sbarre. Contro la luce fioca, contro le lame di luce. Sbarre che seguono il cammino della persona detenuta anche nell’asilo e chiavi ‘Custos marsilli’ di ottone che scandiscono i minuti della vita e che potrebbero custodire il riscatto. Un incontro con quella realtà così lontana eppure ad un passo da noi, che va conosciuta, approfondita per trovare soluzioni in nome di quanti un giorno usciranno e non dovranno di nuovo essere un peso per la società.

Inchieste negli istituti femminili e minorili (e non solo) della Campania dove i detenuti possano essere i protagonisti di un percorso per far conoscere se stessi, per darsi una opportunità di inserimento anche attraverso la scrittura, per trasmettere un messaggio volano di prevenzione per chi non ha la macchia indelebile. Detenuti giornalisti che attraverso i propri racconti possano essere esempio ‘positivo’ per gli studenti affinché evitino– un giorno – di commettere gli stessi errori, privazione di libertà; giovani ristretti/e che possano essere monito per chi sta crescendo affinché non varchino mai la soglia del carcere dove la terra, il cielo, l’aria e la fresca rugiada vengono imprigionati insieme alla persona. Il carcere minorile di Airola è il cuore pulsante di un progetto che vedrà non solo ‘La voce libera’ continuare il suo percorso ma anche un giornale con la sana ambizione di andare oltre i confini dell’istituto penitenziario. Un pensiero però non può non essere rivolto ai bimbi in carcere nell’istituto penitenziario dell’Irpinia – Bellizzi Irpino – che custodisce in sé un asilo con tanti colori e giocattoli. Quell’asilo nido con un piccolo giardino dove c’è un’altalena e una giostrina e un muro di cemento armato che impedisce lo sguardo oltre.

Quel bimbo in carcere con la mamma che non sa cosa è la vita là fuori, che una volta fuori scoprirà i rumori, le auto, gli uccelli dei quali oggi ascolta solo il cinguettio, l’innocenza degli altri bambini, il sole, la pioggia, la neve, il canto, le recite, la scuola non solitaria. Quel bimbo che una volta libero dovrà abituarsi a quel fuori che all’inizio lo spaventerà. In nome della sua innocenza il libro inchiesta ‘Lo sguardo corto’, pubblicato nel 2008, andrà avanti continuando a fornire briciole di pane all’insegna di una società che può e deve riportare il carcere dentro la città”.

LA CERIMONIA E IL MESSAGGIO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ANNA MARIA CANCELLIERI

Al tavolo dei lavori (il 24 ottobre scorso) della Biblioteca nazionale di Roma, tra gli altri, Anna Paola Tantucci presidente nazionale, Osvaldo Avallone direttore della biblioteca nazionale, Edouard Mancini président d’Honneur E.I.P Italie, Luciano Chiappetta capo dipartimento Miur, Giovanna Boda direttore generale dello studente Miur, Marcello Limina direttore generale Affari Internazionali Miur, Luca Colasanto presidente Commissione Ambiente Regione Campania, Antonio Augenti università Lumsa Consorzio Humanitas, Amilcare Brugni presidente Federazione Maestri del Lavoro, Claudio Nardocci presidente Unpli.

In sala il vice presidente nazionale Isa Rampone, il prof. Vittorio Silvestrini presidente di Città della Scienza, il maestro Alfiero Nena, e ancora Sandra Perugini Cigni, Pino Colizzi, Mario Cossu, etc. etc. Pur se assente per impegni improvvisi e improrogabili il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ha voluto inviare al presidente nazionale Tantucci il messaggio di plauso e gratitudine. Ecco il testo: “Desidero anzitutto ringraziarVi per l’invito a partecipare a questa interessante iniziativa realizzata con tanta passione e umanità, a cui mi spiace non poter prendere parte per improrogabili impegni istituzionali. Ci tenevo comunque ad inviare un sentito messaggio per sottolineare l’importanza del coinvolgimento degli studenti detenuti in un progetto altamente formativo come quello portato avanti dalla E.I.P. Italia.

Progetto che consente ai ragazzi di accompagnare il loro percorso di rieducazione con attività volte a stimolare le loro particolari attitudini e capacità anche attraverso un’intensa riflessione su valori fondamentali. I minori, infatti, più di chiunque altro, hanno bisogno di essere guidati non solo in un percorso di recupero, ma anche e soprattutto di crescita e di stimoli, affinché nessuno di loro creda che la delinquenza e il carcere siano l’unica prospettiva immaginabile. Attraverso, inoltre, un costruttivo dialogo tra studenti dentro e fuori dal carcere, è possibile creare un veicolo per far conoscere la realtà, le aspettative e i progressi di chi ha sbagliato ma, guidato lungo un corretto cammino educativo, si impegna seriamente per crearsi nuove opportunità. Esperienze di vita diverse non devono allontanare ma anzi costituire, grazie ad un costruttivo confronto, fonte di arricchimento reciproco. Vi ringrazio ancora per il grande impegno profuso e auguro a tutti buon lavoro”.