Sociale – Udc: “Piani di Zona Si attivino”

logo udc g“La questione portata all’attenzione della pubblica opinione dalle cooperative sociali campane ed irpine da parte dell’Unci e di Confcooperative è sacrosanta e va a toccare la qualità dell’assistenza erogata nei nostri territori. Da troppo tempo, infatti, questo settore sconta il ritardo nei trasferimenti che rendono difficile, in alcuni casi impossibile, garantire servizi efficienti alle persone. Ma la questione vera è il modello di gestione nel suo complesso che è zavorrato da un eccesso di burocrazia, da modalità di controllo dell’effettività dei bisogni molto approssimative ed è oggi pensato senza il necessario coinvolgimento del volontariato.
Oggi, dopo troppo tempo, qualcosa inizia a muoversi. Ma evidentemente non è sufficiente e le rassicurazioni che arrivano e che coinvolgono circa tremila lavoratori, senza contare i tantissimi assistiti, non bastano. Il meccanismo continua ad incepparsi e la responsabilità di questo corto circuito va individuata, come sostengono le organizzazioni di categoria, nel pletorico funzionamento dei Piani di Zona. Viene, perciò, da chiedersi perché i consorzi, ai quali le risorse sono state trasferite dalla Regione, non si attivino, saldando le fatture alle cooperative e rimettendo così in piedi il sistema dell’assistenza in Irpinia”. E’ quanto dichiara in una nota il coordinamento provinciale dell’Unione di Centro di Avellino.
“Alla luce di questo impasse – si legge ancora – è evidente come quello che sta accadendo al Piano di Zona A4 di Avellino, con il commissariamento imposto dalla Regione Campania, va proprio in direzione opposta e contraria, rendendo ancor più complicata una situazione che già sconta le difficoltà di cassa e gli effetti di una crisi più complessiva. Quello che sta accadendo al Piano di Zona di Avellino, poi, altro non è se non il braccio di ferro di una parte che sta provando, sulla pelle della gente, ad affermare la propria egemonia. Nient’altro se non un giochino di pedine e posizionamenti di convenienza. E’ chiaro come queste operazioni, in settori così delicati, vanno fermate, opponendosi con forza e provando a restituire alle istituzioni e alla politica la credibilità perduta”.
“Sull’organizzazione dell’assistenza – così si conclude la nota del coordinamento provinciale dell’Unione di Centro di Avellino – abbiamo in numerose occasioni espresso la nostra opinione. E lo abbiamo fatto in maniera non episodica, in riferimento ai casi di Lioni, di Ariano Irpino, di Atripalda. Va inaugurata una nuova stagione? Probabilmente sì. E’ la politica che deve farsene carico. Qualche forza politica, segnatamente il Partito Democratico, proprio in questo ambito ha sollecitato l’apertura di una nuova fase di responsabilità fuori dalle logiche di scontro, ferme restando le differenze di ciascuno, e per evitare che gli equilibrismi tra i partiti possano avere la meglio. Siamo d’accordo. Ma ad una condizione e cioè che il Pd sia coerente e non invochi questa ipotesi laddove non ha i numeri per governare e continui ad agire a colpi di maggioranza laddove i numeri ce li ha. Per sgomberare il campo da questo sospetto si potrebbe partire dal Piano di Zona di Atripalda. Sarebbe un buon inizio, anche per evitare sgradevoli conflitti di interesse tra chi contemporaneamente riveste ruoli politici e ruoli dirigenziali”.