Futuro trasporto pubblico. Mitrione denuncia: “perchè non pensare ad un’integrazione ferro-gomma”
“Il piano di riprogrammazione dei servizi è stato presentato dall’assessore ai trasporti della regione Campania Vetrella alla Consulta regionale per la mobilità. Questo importante strumento, che regolerà per i prossimi anni il TPL campano, traccia per la nostra Irpinia un futuro di assoluta precarietà“. E’ quanto afferma Pietro Mitrione dell’associazione InLocoMotivi.
“L’assenza di una idea politica e sistemica per questo comparto della vita sociale – prosegue Mitrione – vede prevalere ancora una volta una marginalizzazione strategica per le zone interne destinate ad una loro lenta ma progressiva desertificazione. Diventa ufficiale la quasi scomparsa del sistema ferroviario irpino. Eppure nel suo intervento l’assessore Vetrella ha ribadito due concetti fondamentali per la mobilità: la ferrovia ossatura del sistema trasportistico per gli spostamenti e l’intermodalità ferro/gomma la strategia per efficientare il sistema. Questi due principi che disegnano un destino di sviluppo per ogni territorio per noi irpini non vale in quanto quel poco di ferrovia esistente è destinato ad essere residuale prefigurando in tal modo solo arretratezza infrastrutturale”.
“In una sala piena di amministratori di aziende di trasporto campano e di rappresentanti di associazioni di utenti e pendolari si è notata – continua Mitrione – la scarsa presenza di quelli che dovrebbero tutelare gli interessi delle popolazioni interessate: gli amministratori degli enti locali. Brillava l’assenza totale delle istituzioni irpine a qualsiasi livello a questo incontro, eppure ogni giorno sulle pagine della stampa provinciale sono apparse le proteste di sindaci irpini che si lamentavano dello stato del trasporto pubblico in Irpinia. Ad onor del vero era presente la dirigenza dell’A.ir, sicuramente per rispetto dell’azionista unico regionale proprietario dell’azienda. Gli altri forse sapevano la risposta che l’assessore avrebbe dato alle loro quotidiane rimostranze: l’Irpinia ha avuto tutto quello che ha chiesto per questa riprogrammazione dei servizi minimi”.
“Ad una realtà, come la nostra, che ha l’amministrazione provinciale commissariata ed una classe politica assente su tante problematiche sociali gli sberleffi dell’assessore Vetrella sono ampiamente meritati. Si resta ai livelli del 2010 quando iniziò un susseguirsi ininterrotto di chiusure e soppressioni: chiusura della linea Avellino-Rocchetta Sant’Antonio ed eliminazione completa dei collegamenti su ferro Avellino – Napoli, riduzione dei collegamenti ferroviari tra Avellino e Salerno ed eliminazione di tutti i collegamenti locali sulla tratta Benevento-Foggia, impoverimento delle relazioni sulla ferrovia della Valle Caudina e nel mandamento Baianese, sostituzione di collegamenti ferroviari con autobus a discapito delle esigenze degli utenti e riduzione continua dei chilometri assegnati al trasporto su gomma fino alla previsione del “servizio a chiamata” per i paesi dell’Alta Irpinia. Siamo alla quasi chiusura della stazione di Avellino, aperta part-time. – evidenzia – Si può dire normale una provincia che pur essendo dotata di ferrovie vede programmate relazioni su ferro per soli 300mila km-treno a fronte di 15 milioni di km-bus per quelle su gomma? Ha senso che Avellino sia l’unico capoluogo di provincia campano a non essere collegato su ferro con Napoli? Ha senso portare ogni giorno migliaia di studenti all’Università di Salerno e Benevento su autobus senza pensare minimamente ad un discorso di integrazione ferro-gomma e senza pensare che con un semplice raccordo alla ferrovia Avellino-Salerno, opportunamente elettrificata fino a Benevento, si potrebbe portare la quasi totalità degli studenti con relazioni su ferro e togliere l’Irpinia dall’isolamento ferroviario che oggi ne condiziona lo sviluppo?”
“Tutto questo sta accadendo nella nostra terra irpina nel silenzio lamentoso delle istituzioni , – conclude Mitrione – quelle stesse che stanno rischiando di perdere, per mano della stessa mente napoletana, anche l’ultimo treno per il nostro territorio: la stazione Irpinia dell’alta capacità Roma/Napoli/Bari. Decisamente una brutta giornata per la nostra Irpinia l’unica provincia italiana, e di sicuro l’unica in Campania, che ha una ferrovia che non utilizza e di cui assiste colpevolmente il progressivo abbandono“.