Ex Isochimica – Bilotta: presenta l’interrogazione al sindaco Foti

bilottaIl consigliere comunale dell’Udc al comune di Avellino, Alberto Bilotta, ha presentato un’interrogazione al sindaco, Paolo Foti sulla questione Ex Isochimica. Di seguito il testo dell’interrogazione:

Egregio Sindaco,

dopo la riunione della Commissione Bilancio, riunita ieri mattina d’urgenza, ho sentito il dovere di riprendere in Consiglio Comunale, anche se in modo sintetico la questione Isochimica.

Mi corre l’obbligo di precisare perché in Commissione mi sono astenuto sulla variazione di bilancio di 60.000 € destinati all’Isochimica.

E’ vero che anche qualcosa è meglio di niente, ma non è possibile procedere in modo così disarticolato, rispetto ad una questione così seria come il risanamento dell’Isochimica.

E’ apprezzabile il pensiero avuto rivolto a questo annoso problema,ma con la mia astensione ho voluto sottolineare che il tutto non può ridursi ad interventi sporadici e minimali,senza programmazione e senza progettualità.

Pertanto, Sig. Sindaco, a fronte della responsabilità che il signor Procuratore della Repubblica Le ha dato, nominandoLa custode dell’area dell’Isochimica messa sotto sequestro, sento il dovere, come cittadino e come Consigliere Comunale, di chiederLe, oltre ai 60.000 €, quali  iniziative sono state avviate per arrivare alla conclusione di questa triste vicenda.

E’ necessario porvi rimedio con urgenza e dimostrare ai cittadini di Avellino che siamo degni della fiducia che abbiamo ricevuto, consentendoci di esercitare il ruolo di amministratori di questa città.

Le 3 questioni da affrontare, a mio parere, con estrema sintesi ,sono:

  1. Il definitivo risanamento;
  2. La destinazione urbanistica dell’area risanata;
  3. Esclusione dei privati da qualsiasi attività e sottrarre l’area da speculazioni.

La tutela della salute è specificato bene dalla legge n° 833/78 e non è un caso che il Sindaco è la prima autorità sanitaria nell’ambito del proprio Comune.

Non c’è dubbio che in quel luogo è stata consumata una mostruosa tragedia, provocando un disastro ambientale aggravato dal deposito di cubi di cemento e amianto accumulati sullo spiazzale antistante i capannoni, all’aria aperta.

 

Quale strada dobbiamo imboccare ?

 

Premesso che senza soldi faremmo soltanto un esercizio dialettale, ma concretamente non risolviamo nulla, a mio parere bisogna immediatamente adoperarsi per ottenere che la vicenda Isochimica sia classificata come “DISASTRO AMBIENTALE”.

Tale classificazione significa avere una corsia preferenziale per ottenere i fondi per il risanamento definitivo. La procedura indicata è stata già eseguita per altri siti con il risultato di aver risolto il problema.

Comunque, al di là della questione complessiva, a cui ho fatto sinteticamente riferimento, c’è un punto più urgente rispetto agli altri, anche perché si può ottenere senza soldi, coinvolgendo l’ARPAC.

Praticamente, verificare con apparecchiature idonee lo stato dell’aria atmosferica intorno all’ubicazione dell’Isochimica, per tranquillizzare tutti e poi procedere al risanamento definitivo, non appena sarà individuato dove reperire i soldi necessari.

Lo invoca la nostra coscienza, tutti coloro che si sono ammalati, gli abitanti di Borgo Ferrovia e Pianodardine, l’intera città di Avellino.

I dati che già sono stati acquisiti e quelli che si acquisiranno dovranno essere spiegati con molta attenzione e con  rigore scientifico, sia per evitare allarmismi sociali che ingiustificabili sottovalutazioni.

Quindi, Scienza e Tecnica hanno il compito di leggere bene i dati complessivi e indicarci il punto di equilibrio tra salute e cittadinanza residente, e in che misura è stato raggiunto.

Un’ ultima precisazione : gli ex operai.

Per queste persone, a cui va la nostra solidarietà, il nostro sostegno e la nostra amicizia è una questione a parte, che riguarda i vari livelli sanitari, l’INPS, l’INAIL e, in ultimo la proposta di legge presentata alla Camera lo scorso 25 luglio, sottoscritta da tutti i deputati della nostra Provincia, e riguardante il riconoscimento del trattamento pensionistico anticipato ai lavoratori che sono stati a contatto con l’amianto.

L’ho voluto precisare perché poteva sembrare che parlassimo di tutto tranne di loro e, invece, così non è.

La non soluzione di tale questione a mio avviso è uno scandalo.

Le istituzioni a vari livelli, anche se in modo inconsapevole, che alimentano e conservano un territorio così importante, in modo mal sano e pericoloso sono istituzioni che si rendono complici e responsabili di ciò che è in atto.