Call center: accordo sindacale per 30 mila addetti in Italia

callcenterUn accordo collettivo, firmato ieri dai sindacati di settore Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil e le associazioni imprenditoriali Asstel e Assocontact, disciplina finalmente le collaborazioni a progetto nelle attività di call center, adibite alla vendita di beni e servizi e al recupero crediti, realizzate attraverso le attività in outbound.

“Sono interessati 30 mila addetti in Italia e qualche migliaia in Campania – spiega Salvatore Topo, segretario generale della Fistel Cisl regionale -. Per la maggior parte sono giovani e donne”.

Prima la loro retribuzione non prevedeva alcun fisso ed erano le aziende che, di volta in volta,decidevano se e…quanto!

Oggi invece – aggiunge Topo – l’accordo stabilisce un compenso minimo garantito per tutti e valevole su tutto il territorio nazionale”.

La parte retributiva fa riferimento al minimo tabellare di un lavoratore inquadrato come secondo livello nel contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni.

L’intesa, oltre a garantire una parte economica certa, prevede più diritti e più welfare. Infatti l’accordo stabilisce la creazione di un Ente bilaterale finanziato in parte dalle aziende ed in parte dai collaboratori stessi con lo scopo di fornire una copertura economica in caso di lunghi periodi di malattie legate a patologie gravi, un sostegno al reddito in occasione della maternità e per la formazione.

“E’ positivo poi – prosegue Salvatore Topo – che l’accordo preveda una garanzia di continuità occupazionale con un meccanismo di prelazione legato ad una graduatoria, soprattutto nel caso in cui le aziende vogliano assumere personale con contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato”.

“Questo accordo collettivo – conclude il segretario generale della Fistel Campania – sconfiggerà in modo definitivo fenomeni illegali che riguardano proprio il settore dei call center in outbound dove ‘imprenditori’ senza scrupoli ottengono illeciti guadagni attraverso il lavoro nero (2-3 euro l’ora) e senza alcuna tutela per i collaboratori. Mai più un caso Palermo!”.