Crisi, D’Agostino: fondate le preoccupazioni di Caldoro

NTcwMzg5NDUz_o_napoli---caldoro-incontra-il-direttore-caruso-al-forum-“Il Governatore della Campania, Stefano Caldoro, anche sulla base dell’allarme lanciato Roberto Casaleggio, ha detto che sarà proprio in Campania il punto d’attacco dei disordini e delle rivolte sociali conseguenti al gravissimo stadio raggiunto dalla crisi economico finanziaria.

Le parole del Governatore Caldoro devono essere prese in serissima considerazione ed agire di conseguenza a tutti i livelli istituzionali competenti, dal Governo centrale alle amministrazioni periferiche. Non si può, infatti, non concordare con Caldoro quando fa riferimento ai focolai aperti a Napoli che non esistono in altre città italiane?. Il disagio in tutto il territorio della Campania è cresciuto a dismisura negli ultimi anni. I dati di Svimez e dell’osservatorio di Unioncamere, puntualmente confermati dall?Istat, restituiscono un quadro decisamente allarmante sia del pessimo stato di salute delle imprese che della disoccupazione, soprattutto giovanile, che in provincia di Avellino – ad esempio – ha addirittura raggiunto il livello record in Italia del 58,4%, come del resto hanno molto opportunamente denunciato le organizzazioni sindacali. Alla luce di questi e di altri fattori, riscontrabili quotidianamente sia nelle attività produttive che nella vita sociale della Campania, è indispensabile una immediata e concreta inversione di rotta delle politiche governative rispetto al mezzogiorno d’Italia.

I dati ufficiali al riguardo dimostrano, altresì, che i trasferimenti ordinari alle istituzioni locali del Mezzogiorno si sono ridotti di circa il 40% negli ultimi anni, rendendo di fatto sostituitivi e non aggiuntivi i fondi strutturali dell?Ue.

Anche ai fini della esatta individuazione di eventuali responsabilità politiche ed amministrative, sarebbe auspicabile che il Governo centrale desse immediate risposte alle richieste reiteratamente avanzate dalla Regione Campania; o, in alternativa, spiegasse i motivi per cui queste risposte non possono essere date. Soltanto in tal modo possiamo uscire dalle nebbie di una indeterminatezza politico – amministrativa che di fatto rallenta o immobilizza qualsiasi attività destinata a creare lavoro e sviluppo”.