Alto Calore, l’intervento dell’ex commissario dell Ato Rossano

Claudio-Rossano2“Si avvicinano i tempi per l’assemblea Alto Calore ed il rinnovo del suo c.d.a. e la curiosità mi ha spinto a cercare sul sito internet di quell’ente quali siano le percentuali in azioni possedute da ogni ente locale: purtroppo nulla emerge da quel sito e non è possibile leggere neanche lo Statuto. Ma la confusa situazione societaria è determinata dalla famosa, storica e ridicola ad un tempo, assemblea del 13/3/2003 in cui avvenne la trasformazione del Consorzio Interprovinciale Alto Calore in due Società di capitali con totale azionariato pubblico, denominate rispettivamente “Alto Calore Servizi S.p.A.” e “Alto Calore Patrimonio e Infrastrutture S.p.A.”. Di quella assemblea sarebbe opportuno rifare un po’ la singolare storia e sottoporla ulteriormente all’attenzione della Procura di Avellino: poiché molti comuni erano usciti dal Consorzio ed altri vi avevano fatto il loro ingresso, non erano note le quote azionarie presenti in assemblea. Ma, cosa che non avviene nemmeno nel più sgangherato condominio, nessuno provvedette a rideterminare le quote azionarie del Consorzio: si disse solo che erano presenti 84 soci rispetto ai 128 soci del Consorzio e che essi costituivano la maggioranza. L’Amministrazione Provinciale di Benevento che nel vecchio Consorzio Idrico aveva quote pari a 29 su 1000 non fu considerata tra gli azionisti di Alto Calore spa e Alto Calore Patrimonio spa mentre fu mantenuta la rappresentanza della Provincia di Avellino che aveva quote pari a 111 azioni su 1000. Perchè questa discriminazione tra le due Provincie? Aveva senso inserire nella nuova società l’Amministrazione Provinciale di Avellino o fu un mero regalo a chi controllava l’ATO, che avrebbe dovuto individuare il gestore unico del servizio idrico? Come potranno rilevare gli stessi Sindaci presenti nelle due società, numerosi comuni con pochissimi abitanti hanno quote molto più alte di altri comuni molto più popolosi. L’unica spiegazione plausibile è che esse ripetano pedissequamente le percentuali del disciolto consorzio Alto Calore. Ma se per il vecchio Consorzio quelle quote potevano avere un certo significato in riferimento alle attrezzature e agli impianti presenti in quei comuni, è evidente che nella costituzione della società Alto Calore servizi la ripartizione delle quote doveva avvenire esclusivamente sulla base della popolazione servita e non già delle attrezzature e reti esistenti. Anche e soprattutto perché la competenza degli impianti e delle reti doveva logicamente cadere su Alto Calore Patrimonio spa. Ha mai rilevato tali cose il c.d. comitato per Controllo Analogo, in maniera del tutto anomala costituito in quella società per azioni che ha i suoi revisori contabili? Dopo l’ingresso in Alto Calore servizi di nuovi comuni sono state riviste le nuove quote azionarie e portate all’approvazione dell’Assemblea? In tale contesto di estrema confusione si inserisce la polemica sul voto in assemblea della Provincia di Avellino, ente commissariato. Personalmente ritengo che gli enti commissariati debbano essere “asettici” nella individuazione dei rappresentanti delle società partecipate. Devo però rilevare che solo qualche esponente del PD ha contestato a suo tempo la nomina a Commissario della Provincia del prof. Coppola, che era già stato assessore della Giunta Sibilia. Ed è davvero paradossale che una carica commissariale per una Amministrazione disciolta sia stata conferita dal Governo a chi era stato esponente della stessa amministrazione. Ma ormai, in un paese in declino, nulla più desta meraviglia o sconforto”. Lo afferma in una nota l’ex commissario dell’Ato, Claudio Rossano.