L’intervento – Diseguaglianza anche in medicina

zizzaMi chiamo Antonio Zizza, un adolescente che frequenta il liceo scientifico “Aeclanum” di Mirabella Eclano, in piccolo paesino della provincia di Avellino.

Da qualche anno sono diventato un appassionato lettore del vostro editoriale online, e, proprio  per tale motivo ho deciso di scrivere proprio a voi.

Casualmente, qualche sera fa, mi sono ritrovato dinanzi ad un recente articolo pubblicato da: “Affaritaliani.it”.  Il giornalista intitolava il suo articolo così: “In vendita i farmaci anticancro. Ma costano mille euro alla settimana”.

Pur sapendo di non essere all’altezza di scrivere un articolo di giornale, mi sono sentito chiamato in causa dinanzi a questa “assurda realtà” e mi sono cimentato in questo articolo.

Premetto che il mio scopo non è assolutamente politico o di altre etimologie varie, ma una realtà che interessa tutti noi umani, soprattutto di questi tempi, ove assistiamo quotidianamente a tragiche morti tumorali. Prima di cominciare, sostenendo la mia tesi, mi permetto di fare un’altra premessa.

Io, da qualche anno, a causa della perdita di una persona a me molto cara, sono particolarmente interessato alla vicenda “tumore” e alla cura che la medicina ne ricava da essa.

Secondo l’associazione italiana registri tumori (AIRTUM) ogni anno solo in Italia si registrano circa 1.000 nuovi casi di cancro, ove la maggior parte sono impossibili da curare, portando così alla morte dell’individuo.

Il cancro un po’ come un “assassino” toglie la vita a moltissime persone, spesso anche giovanissimi, come si sta registrando recentemente nel mio piccolo paese di campagna.

Allora la domanda che tutti noi ci poniamo è come possa essere mai possibile che nel 2013, dopo che l’uomo è stato capace di tutto ciò che prima era ritenuto “impensabile”, ancora si trova debole dinanzi a tale malattia, non trovando così nessuna cura?

Il teologo Salman avrebbe detto che noi uomini siamo degli insetti nella storia, e, non siamo in grado di prevedere neanche un giorno. Il teologo ha pienamente ragione. Noi, pur credendoci dei “supereroi” ci accorgiamo che dinanzi alla forza della natura non possiamo nulla. Invece possiamo fare qualcosa per ridurre il numero delle morti come ad esempio inquinando di meno l’ambiente e fare più controlli medici. Ma, il mio scopo non è quello di dare suggerimenti, poiché già  in tanti prima di me e dopo stanno dando continuamente. Suggerimenti che d’altronde  tutti siamo a conoscenza, ma pochi hanno capito la loro importanza.

Ritornando al nostro famoso articolo pubblicato da “Affaritaliani.it” , leggendo la prima parte del titolo si respira un’aria di sollievo, ma che viene subito offuscata da una delle peggiori cose del mondo: la pecunia.

Tali farmaci, che si ritiene “potrebbero” essere d’aiuto alla cura del cancro, prevenendolo, non sono accessibili a tutti. L’uomo affetto da tale malattia dovrà pagare per un tipo di farmaco (che va sotto il nome di Roche) seimila euro per le prime due somministrazioni e poi tremila euro ogni 21 giorni; e per un altro tipo (che va sotto il nome di Sanofi Aventis) quattro mila euro ogni tre settimane.

È una cosa assurda! Io sono particolarmente indignato perché la salute è libera e uguale per tutti, senza alcuna distinzione di sesso, razza, religione  e stato sociale, come in questo caso.

A mio parere, quindi, la salute è “sacra” e la possibilità di curarsi dalle malattie, soprattutto da quelle terminali, deve essere data a tutti e gratuitamente.

Da questa tesi, invito voi, cari lettori, a riflettere sulla vostra vita, ma, soprattutto su quella dei vostri figli.

Antonio Zizza