Nomina scrutatori, ‘C’è da Fare’ replica a Iacovacci

elezioni-urneCi vediamo costretti ad intervenire sulla ormai estenuante polemica relativa alla nomina degli scrutatori nei seggi elettorali, in risposta alle ultime dichiarazioni dell’ex consigliere comunale Ettore Iacovacci. Egli ha l’ardire di giudicare “immorale chi cambia sistema”, pertanto risulta meritevole di una risposta definitiva, che chiarisca alla città ed alla pubblica opinione come stanno le cose:

In passato la nomina avveniva tramite sorteggio casuale (legge 95/1989), mentre attualmente la chiamata è diretta e nominativa, cioè non casuale (legge 270/2005). I disposti normativi che disciplinano la nomina degli scrutatori nei seggi elettorali, per inciso pubblici ufficiali in costanza delle loro funzioni, vogliono infatti affidare alla nomina sia la sensibilità per le situazioni di basso reddito sia pure garantire la qualità della prestazione, da affidare a soggetti preparati, competenti, all’altezza della funzione. Pertanto, per legge, una commissione bipartisan, maggioranza ed opposizione, rappresentativa dell’intero Consiglio Comunale e di tutte le forze politiche, ha l’incarico di procedere a tale nomine, peraltro con procedure prestabilite volte proprio a garantire larghe convergenze e trasparenza, scongiurando clientele e favoritismi in una materia così delicata.

E’ evidente da subito che occorra più che mai correttezza, imparzialità e condivisione nelle nomine, e che, quando si tratta di costituire i seggi per le elezioni comunali, piuttosto che di quelle regionali, politiche o europee, come anche dei referendum, tale dovere di convergenza sia ancora più avvertibile in quanto gli stessi consiglieri comunali si trovano a nominare elettori del comune interessato al rinnovo del Consiglio, e loro stessi “nominanti” sono anche uscenti e ricandidati.

Sciolto il Consiglio Comunale, venuta quindi a mancare la rappresentatività diffusa dei componenti della Commissione, in assenza anche della figura del sindaco quale garante, si è ritenuto opportuno tornare al vecchio metodo, quello del sorteggio casuale, e così fugare ogni dubbio su possibili inquinamenti clientelari nella ricerca del consenso. Si precisa che l’art. 9, comma 4 della legge 270/2005 prescrive l’unanimità della Commissione e laddove questa non vi sia, per ogni singola nomina, un ballottaggio. Nella odierna condizione, il signor Iacovacci non ha rispettato né le procedure né la ratio stessa della norma, e da parte di tutti, non a caso, si sono mosse critiche legittime e condivisibili al suo operato.

Quello che non ha capito Iacovacci è che la nomina non è un suo diritto privato: egli è in Commissione per rappresentare, insieme ad altri, l’intero Consiglio Comunale e da esso ricevere indicazioni nel pieno rispetto della legge. Laddove il Consiglio Comunale non sia più in carica, come nel nostro caso, ed il componente della Commissione non sia quindi più in grado di rappresentarne la volontà, egli ha il dovere morale di astenersi, a maggior ragione se è anche ricandidato.

Immorale”, almeno in termini politici, è chi, contrariamente alla legge, arbitrariamente, individualmente, nonché privato della propria rappresentanza consiliare, nomina a suo piacimento più di ottanta scrutatori, remunerati e incidenti nella vicenda elettorale, a quindici giorni da una tornata amministrativa in cui egli stesso è candidato. Non c’è da aggiungere altro, se non che, a questo punto, il candidato Ettore Iacovacci ha un solo modo per salvare la propria onorabilità personale e politica, cioè ritirare ufficialmente la sua candidatura. Diversamente egli e la sua intera compagine evitino almeno di pontificare sulla moralità altrui.