Giovani Democratici di Lioni: “Italia bene comune?”

PDRiportiamo la lunga nota dei Giovani democratici di Lioni.
“Il Partito Democratico si presenta agli italiani come un partito aperto, uno spazio concreto di dialogo costruttivo e propositivo; un laboratorio di idee e di progetti, in cui le diverse storie politiche, culturali ed umane che sono venute a formarlo diventano fattore di arricchimento e fecondazione reciproca; un soggetto politico nuovo che vuole affrontare le radicali trasformazioni in atto in Italia, in Europa e nel mondo.”  Manifesto dei Valori del Partito Democratico approvato il 16 febbraio 2008. Alla luce delle ultime vicende ci chiediamo qual è la comune visione del Partito Democratico? Qual è la sua visione fondamentale sulla gestione dello Stato?
Come elettrici ed elettori abbiamo aderito alla costruzione di una grande coalizione di centro-sinistra, sottoscrivendo Italia Bene Comune, un patto, un sogno, una visione, un voler creare le basi per un Paese migliore. Le ultime vicende hanno di fatto distrutto questa visione. Non capiamo perché coloro che guidano il Partito Democratico non hanno tenuto fede al patto sottoscritto. Non capiamo perché nessuno e ripetiamo nessuno, ha avuto il coraggio di spiegare a noi elettori cosa stava succedendo e senza prestare ascolto alle migliaia di persone che, in vario modo, hanno manifestato il loro disagio.
Non capiamo perché il nostro partito ha preferito cercare le larghe intese anziché confrontarsi con chi ha sottoscritto Italia Bene Comune.
Siamo molto delusi, perché come militanti abbiamo investito tempo, parole e credibilità in questo progetto, garantendo in prima persona per l’operato dei nostri rappresentanti; abbiamo investito tempo, fiato e soprattutto credibilità; ad oggi non garantiamo lo stesso impegno profuso in passato, non garantiamo la partecipazione ad un futuro progetto; un partito che non dà ascolto alla propria base, non è il nostro partito. Siamo molto delusi anche nei riguardi dei Giovani Democratici, decine di sezioni sono state occupate come segno di protesta per ciò che stava accadendo, ma nessuno dei nostri “giovani vecchi” rappresentanti si è fatto sentire (2013…internet).
Non nutriamo risentimento verso il presidente Napolitano, siamo contrariati per come s’è arrivati alla sua elezione. La passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi ditutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”… Intervista di Enrico Berlinguer a Eugenio Scalfari, «La Repubblica», 28 luglio 1981