Comunali Avellino – Intervengono anche i cristiano sociali

vincenzo mangoVincenzo Mango, responsabile dei Cristiano Sociali di Avellino, scrive agli “amici democratici”. C’era una volta … e c’è ancora il popolo delle primarie, tranne ad Avellino, un popolo che, in una delirante speranza, sognava e sogna un partito nuovo, un partito democratico, un partito aperto,un partito capace di ascoltare più che parlare, un partito che avesse come principio principe la Politica, che avrebbe dovuto riportare i milioni delle primarie alla partecipazione attiva, al confronto quotidiano, insomma militanti fondatori della nuova realtà che stava nascendo. Per dirla cristianamente, c’e bisogno di conversione. Interessare forze nuove, dare nuova vitalità, avere il coraggio di aprire a nuove candidature legittimate dalle primarie, perché la persistenza di intoccabili ai vertici delle istituzioni, dei partiti, delle imprese, etc.., creano un arretramento all’ammodernamento e all’innovazione. I giovani sempre più delusi si allontanano dalla politica e i vertici del nuovo, sarebbe meglio dire del vecchio messo insieme, ( DS e Margherita), sempre più distanti, non fanno altro che accusarsi, calunniarsi e diffamarsi, etc…, vicendevolmente, per conquistare posizioni verticistiche, dimenticandosi le aperture e quanto altro pure avevano promesso.
Facciamoci del male! I partiti oggi tendono alla personalizzazione e alla comunicazione in rete o televisiva, (Berlusconi /Grillo docet), quale luogo di creazione e sviluppo delle leadership. Elemento indispensabile, ma allo stesso tempo insufficiente se non relazionata al territorio. Questo significa che bisogna dare la dovuta importanza al territorio, collegamento tra la comunicazione e la politica. In questo contesto il leader assume grossa visibilità e credibilità, perché più vicino al cittadino di quel territorio, che se considerato militante si sentirà partecipe dei processi e più rappresentato dal politico di riferimento. Rappresentanza che si trasforma in voto concesso al leader in riferimento alla capacità di quest’ultimo di fare sintesi dei bisogni, interessi e desideri, vale a dire i problemi reali della vita quotidiana, questioni strettamente legate al territorio, argomenti di campagna elettorale.
Assistiamo invece a incontri salottieri davanti al caminetto.
Dov’è finito l’ascolto delle esigenze reali, al fine di mettere in campo l’azione politica per rispondere alle effettive richieste della gente . Niente di tutto questo sotto il cielo di questa provincia, non si discute di niente, ne di politica internazionale, nemmeno di quella nazionale, tanto meno di quella locale.
Intanto la crisi economica, la c.d. inflazione globale, produce disoccupazione e fuga dei cervelli nobili. Tutti o quasi, per salvare l’anima, ci giustifichiamo dicendo che la crisi è globale e che l’Italia è nelle stesse condizioni di tutti gli altri paesi, ma che saremo in grado di sopravvivere.
Che sconforto!
Il nuovo ha preso quanto di peggio era nel vecchio, in quanto eliminate le virtù e il radicamento sociale, emergono prepotentemente l’autoritarismo e gli apparati. Per concludere, faccio appello a quanti vogliono alzare la posta, lanciamo una sfida a quanti vogliono crescere nel confronto, per discutere pubblicamente dei problemi reali del territorio, per sollecitare possibili soluzioni, o perlomeno tentare. Infine, al popolo delle primarie, da un vecchio ultra cinquantenne quale sono, perché non fare del PD anche il partito dei giovani? Che sicuramente non hanno scheletri negli armadi.