Trasporti pubblici – Uil: “continuano a pagare utenti e lavoratori”

autobus_sita“Continua in questa provincia, inesorabile, la demolizione del trasporto pubblico, senza che nessuna voce si levi per denunziare le inaccettabili conseguenze a danno dei cittadini-utenti e dei lavoratori.

Abbiamo assistito, in ultimo, alla soppressione, nel silenzio generale, di tutti i turni festivi del trasporto urbano di Avellino e hinterland. Nel contempo, nel trasporto provinciale extraurbano, da anni registriamo lo scadimento della qualità del servizio, il tutto in nome della minore disponibilità di risorse finanziarie.

Il diritto alla mobilità è ormai diventato un privilegio solo per chi se lo può permettere. Le fasce meno abbienti, che sono quelle che più si servono del trasporto pubblico, vengono colpite, al pari dei lavoratori che, giorno dopo giorno, vedono aggravarsi le loro condizioni di lavoro.

E’ proprio necessario tutto ciò?

E’ una conseguenza della crisi? O è l’effetto di scelte scellerate e clientelari fatte in nome di interessi particolari e a discapito degli interessi generali?

Noi crediamo che la penosa situazione a cui ci ha portato l’attuale dirigenza delle aziende del servizio pubblico di trasporto in provincia di Avellino non sia affatto legata alla crisi, o lo sia in misura marginale.

Il problema è: come vengono impiegate le risorse disponibili?

Bastano pochi esempi per capire di cosa stiamo parlando.

L’A.IR. S.p.A., da circa 20 anni, spende 46.000 euro al mese per l’affitto di un deposito, quello di Pianodardine, mentre è stata realizzata con grande dispendio di denaro pubblico una autostazione, nel centro di Avellino, che è diventata un monumento allo spreco ed alla incapacità della casta.

La stessa azienda paga lautamente ex funzionari, andati in pensione per la porta e rientrati come collaboratori dalla finestra, le cui funzioni ben potrebbero essere svolte da professionalità interne all’azienda.

Sempre l’A.IR. S.p.A., dopo aver imposto – adducendo ragioni di economia e risparmio – la unificazione delle sedi di lavoro di buona parte dell’Alta Irpinia in Flumeri, ha dovuto verificare che ciò comporta in realtà uno spreco, in quanto determina molte corse “a vuoto”, all’inizio dei turni e a fine turni, con centinaio di chilometri persi e inutili.

Mentre si tagliano corse e servizi, i lauti compensi dei dirigenti aziendali restano invariati, a dimostrazione che la paventata crisi devono pagarla cittadini e lavoratori, non certo chi amministra.

I tagli alle corse extraurbani sono fatti “a discrezione”, basti citare il fatto che si riduce l’offerta di mobilità in quasi tutta l’Alta Irpinia, ma Nusco resta oasi felice e per nulla intaccata dalla generale riduzione del servizio.

Questa politica dissennata e ingiusta colpisce anche i lavoratori, che vedono i loro turni di servizio diventare sempre più gravosi, ad esempio con tagli dei tempi di percorrenza e di quelli accessori, con conseguente maggiore stress psico-fisico. Ciò senza contare la insalubrità e invivibilità di diverse sedi di lavoro, che incidono negativamente sulle condizioni di lavoro degli addetti.

Naturalmente, restano le pratiche clientelari e di favore, per cui, attraverso gli espedienti del distacco e del cambio di azienda, si riduce ulteriormente il personale del C.T.I. – ATI, impiegato sul servizio urbano, spostando, a loro richiesta e senza alcuna considerazione per l’anzianità di servizio, dipendenti su sedi di lavoro extraurbane (vedi esempio Montemiletto).

Di fronte a tale quadro desolante, che sta portando il servizio pubblico di trasporto di questa provincia ad un progressivo degrado, che colpisce un diritto comune quale è quello ad una mobilità efficiente e sostenibile per tutti, i responsabili di questa insostenibile situazione dovrebbero prendere atto del loro fallimento e mettersi da parte.

Sappiamo che ciò non accadrà, poiché le aziende in questione, ormai, sono considerate quasi come beni privati delle cricche che le governano.

Ma ciò non deve impedire alle poche voci libere di denunziare l’inettitudine, il clientelismo e l’affarismo, impegnandosi su ogni fronte perché questo stato di cose abbia a terminare”. E’ quanto afferma il segretario provinciale della Uil Trasporti, Gerardo Petracca.