Comunali Avellino – Ecco l’intervento di Officina Politica2

PDcerchio_ø10.epsLe elezioni politiche che si sono celebrate il 25 Febbraio scorso hanno dato un messaggio incontrovertibile, assestando un duro colpo ai partiti del panorama politico del Paese : la c.d. democrazia partecipata, con tutti i limiti che oggi evidenzia, ha segnato uno spartiacque tra la politica tradizionale e le nuove forme di partecipazione dal basso.
Al netto delle analisi e delle motivazioni che sono state date nel tempo sulla non vittoria del PD una di esse oggi appare reale e urgente, ovvero il distacco tra politica e cittadini. Noi di OfficinaPolitica2, Master di Formazione politica del Partito democratico, abbiamo dedicato a questa riflessione lunghe ore di studio e interpretazione dei dati e dei flussi elettorali, elaborando una nostra riflessione sul sito www.analisipostvoto.it.
Dunque, proprio nel momento in cui l’elettorato tutto, anche quello storicamente di riferimento del centro sinistra, ci chiede di interpretare meglio le proprie istanze e di non chiuderci in sterili e anacronistiche discussioni interne, alimentate da beghe e personalismi figli di un individualismo che caratterizza la politica di oggi, in alcuni territori pare che questo messaggio di apertura arrivi sincopato o con un ritardo che appare abissale.
Ci riferiamo, nella fattispecie, a ciò che sta accadendo in queste ore ad Avellino, dove sono state annullate le primarie per scegliere il candidato sindaco del PD in vista delle elezioni amministrative: primarie di coalizione che erano state indette dopo una direzione provinciale e poi annullate, senza che la direzione provinciale fosse investita della possibilità di discutere e confrontarsi, per trovare una soluzione condivisa che facesse uscire i democratici dall’empasse.
Non entriamo nel merito delle lotte interne che hanno portato ad una decisione del genere, preferendo piuttosto che siano i dirigenti locali a provare a dare una spiegazione, non al partito ma agli abitanti di Avellino, sulle motivazioni di un simile atto di imperio.
Tuttavia ci preme ribadire un concetto: una delle candidate alle primarie scippate è Nadia Arace, l’unica candidata donna e la più giovane anagraficamente. Nadia in questa competizione rappresentava e rappresenta tutti noi, tutta quella generazione che oggi combatte la precarietà e che porta sulle proprie spalle il peso di una politica economica dissennata e di una incapacità di affrontare la crisi economica che ci investe. Ma anche quella generazione che ha deciso di impegnarsi in Politica, in quella con la P maiuscola, fatta di impegno, sacrificio, assiduità, lavoro, legame col territorio, passione, tenacia, meritocrazia e servizio per il Paese. Nadia condivide da qualche mese con noi un progetto di alta formazione politica e per arrivare a frequentare OfficinaPolitica si è dedicata alle attività di formazione politica sul territorio con il progetto Finalmente Sud, oltre all’assiduo impegno di militanza attiva nella sua cittadina.
È ella stessa la dimostrazione che questo PD si compone ancora, nonostante la situazione politica a livello nazionale, di tanti ragazzi che ancora danno fiducia al loro partito, perché consci del fatto che, pur essendo gocce nell’oceano possono portare un surplus di idee, proposte e valori ad un’associazione di persone oneste, per un futuro nuovo e diverso del Paese e delle realtà locali.
Nadia e con lei gli altri candidati, oggi, vengono messi da parte. Scippati di uno strumento di democrazia altissimo e innovativo come le Primarie, per lasciare spazio a scelte d’apparato, oltre che vecchie, anzi vecchissime, nel metodo.
Non è un rigurgito giovanilista il nostro, semplicemente ci chiediamo: per quanto tempo ancora si ignorerà il merito e si mortificheranno concetti inviolabili e sanciti dalla Costituzione, come la parità di diritti ed il rispetto delle regole?
Non è nemmeno un capriccio, il nostro. È lo statuto nazionale del Partito Democratico che le prevede: “Il Partito Democratico affida alla partecipazione di tutte le sue elettrici e di tutti i suoi elettori le decisioni fondamentali che riguardano l’indirizzo politico, l’elezione delle più importanti cariche interne, la scelta delle candidature per le principali cariche istituzionali.” (art. 1 comma 2).
Ravvisiamo dunque nell’atteggiamento del PD di Avellino una violazione GRAVE che non può essere sottaciuta, non solo per il rispetto dei candidati ma anche, e soprattutto, per rispetto degli elettori irpini.
“I partiti così come sono, oggi, non sembrano assolutamente in grado né di produrre un forte progetto riformatore, né di suscitare attorno ad esso le energie e l’ impegno che pure sono presenti nella nostra società. (…) Da anni i partiti occupano uno spazio che non è loro. Anziché facilitare e accrescere la partecipazione dei cittadini alla vita democratica la limitano e la soffocano”. Questo scriveva Miriam Mafai su La Repubblica nel lontano 1990. Eppure è cronaca recente, a quanto pare. Auspichiamo che il PD di Avellino si adoperi per trovare una soluzione che sia condivisa da tutti i candidati e che venga sottoposta agli organismi direttivi del partito: non può e non deve andare disperso il patrimonio di energie positive che i candidati stavano costruendo in vista delle Primarie prima e delle secondarie, dopo.