Lioni, Salzarulo interviene su Ptcp e rifiuti

salzaruloIl sindaco di Lioni, Rodolfo Salzarulo interviene in merito alla vertenza sulla gestione dei rifiuti e sul PTCP: “In vista della scadenza dei termini del contratto di affido a ditta privata dello spazzamento e della raccolta differenziata porta a porta di plastica, carta e cartone, in febbraio la Giunta Comunale di Lioni deliberava di disporre il bando per un nuovo affidamento, con le stesse modalità consolidate nel corso degli ultimi tre anni. D’altronde la legge emergenziale per la Campania ha prorogato i termini per la gestione in capo alle province, in fase transitoria, fino al 30 giugno 2013; in ogni caso la stessa legge dispone che le sole attività di raccolta, di spazzamento e di trasporto dei rifiuti e di smaltimento o recupero inerenti alla raccolta differenziata continuano ad essere gestite secondo le attuali modalità e forme procedimentali dai comuni”. La provincia di Avellino, dichiaratasi braccio armato della società Irpiniambiente, trascina in giudizio davanti al TAR di Salerno il Comune di Lioni, in totale disprezzo di quanto in precedenza concordato tra Provincia, Comune e Irpiniambiente, della economicità del servizio per i cittadini, della efficienza con cui la raccolta è stata organizzata fin qui e, soprattutto, del fatto che la proroga per emergenza è concessa “alle Province” della Campania, mentre la norma è che questa passi ai Comuni. Chiede e ottiene la sospensione del bando con provvedimento di urgenza del Presidente del TAR il 15 marzo, inaudita altera parte, non curandosi del fatto che a Lioni, nel frattempo, i servizi gestiti in precedenza dal privato sono sospesi e creano emergenza sanitaria. Non curandosi che i sette operai in forza al privato sono licenziati: essi sono ritenuti, anche dai sindacati, di “serie B”, meno uguali degli assunti da Irpiniambiente! La motivazione vera, al di là delle contorsioni del testo di legge, è contenuta invece nelle conclusioni del ricorso, in cui si dice che il: “denegato rigetto dell’istanza cautelare (…) potrebbe far sentire legittimati altri dei 119 Comuni della Provincia di Avellino ad assumere analoghe decisioni …”. Per la Provincia non è rilevante spendere migliaia di euro per ricorrere né di farne spendere altrettanti ai comuni: tutto si fa per difendere quello che è ritenuto un beneficio irrevocabile! Irpiniambiente spende, fa il totale, e manda la fattura ai Comuni, non curandosi di quanto i cittadini pagano, né della razionalità del servizio. Il Comune di Lioni, costituito con l’avvocato Raffaele Capasso, domiciliato in Salerno presso l’avv. Rizzo, lo scorso 28 marzo ha ottenuto dal TAR un provvedimento che rende chiara la materia. Il Tribunale, tenuto conto, tra l’altro, “del prossimo rientro nella funzione dei Comuni (dal 1° luglio 2013) del detto servizio (…) che allo stato è già in gestione comunale”, apparendo recessivo l’interesse della Provincia, ha respinto la domanda cautelare, dando ragione in toto al Comune di Lioni. L’atto impugnato del Comune di Lioni non metteva in discussione il pur oneroso segmento del servizio a carico di Irpiniambiente, solo rendeva esplicita la raccolta di carta e plastica eseguito direttamente dal Comune e la relativa organizzazione che, in ogni caso, produce una differenziata al 64%, in costante miglioramento: forse questo è ritenuto pericoloso? A noi appare una china pericolosa quella lungo la quale i Comuni si devono difendere dagli attacchi della Provincia, o che devono ingiungere i pagamenti alla Regione. Questa è la giungla, e ha dimenticato lo Stato di Diritto! Allo stesso modo che sta accadendo per il PTCP, il cui percorso era ben cominciato con l’assessore Petracca che aveva raccolto le diverse opzioni dai Sistemi territoriali. Poi, in maniera assolutamente illuministica, con la sola ispirazione di una scienza al di sopra dei territori, il Piano di Coordinamento veniva adottato in tutta fretta, peraltro in fase di commissariamento della Provincia e, quindi, senza un interlocutore politico. I Comuni si sono trovati di fronte una prima sorpresa. Il territorio provinciale è stato diviso in 20 “sistemi di città”, redatti alla maniera del Congresso di Vienna e nessuno ha capito qual è la Santa Alleanza che ha vinto la guerra e chi lo sconfitto Napoleone! Scendendo nel dettaglio. Il territorio del Comune di Lioni è segnato dalla presenza dell’Ofanto, che ne costegga l’abitato, allo stesso modo della strada Ofantina e della Ferrovia. Tutti elementi che connoterebbero la “città dell’Ofanto”. La storia narra che Lioni sia nata 600 anni dopo le città longobarde; la geografia narra che l’abitato di Lioni coincida con il corso dell’Ofanto; la politica amministrativa narra che, proprio in queste settimane, è stata costituita l’Unione dei Comuni dell’Alto Ofanto tra Lioni, Teora, Conza e Sant’Andrea. Invece il Comune di Lioni è collocato nella città Longobarda, Teora nella città del Sele e solo Conza e Sant’Andrea in quella dell’Ofanto, ma con Andretta, Cairano e Calitri. Poi si stabilisce una fascia di rispetto a cavallo dell’Ofanto di 1000 metri, assoggettando, così, l’intero abitato di Lioni a chissà quale tutela ambientale (come se non bastassero gli attuali vincoli!), non considerando che, storicamente, l’Ofanto esonda per non oltre 100 metri nei periodi di maggiore flusso! Chiaro è che nei nostri comuni si è costruito in abbondanza dopo il terremoto; che l’edificato non sempre è di buona qualità anche sotto il profilo della tenuta termica e energetica. Condivisibile è che non si debba continuare a costruire in modo indiscriminato e sia necessario riqualificare o riconvertire l’edilizia esistente. Di fronte a questa esigenza la risposta non può essere l’apposizione di vincoli indiscriminati e di dubbia legittimità, e meno ancora il vincolo di NON trasformabilità! Per queste ragioni e per altre il Comune di Lioni ha presentato le proprie 13 osservazioni al Piano adottato. Ovviamente, proprio per la mancanza di un interlocutore politico, insieme a numerosi altri centri della Provincai, abbiamo presentato ricorso al TAR, proprio per la mancata concertazione precedente all’adozione! Queste le dolenti note che vedono oggi i Comuni contrapposti alla Provincia anzinchè in collaborazione con quella istituzione. Non parliamo qui della Regione: vorrebbe dire la apertura di un conflitto ben più forte. Lì ci sarebbe l’interlocutore politico. L’unico dettaglio consiste nel fatto che avere un appuntamento con il Presidente Caldoro è più complicato che ottenerlo da Napolitano. Forse è il caso che i partiti politici prendano una seria e forte iniziativa che miri a riordinare i rapporti tra le istituzioni territoriali con la provincia e la regione. Che mettano nel conto che l’ufficio frontale che hanno i bisogni dei cittadini è, sempre di più, il Comune e che, per questo, comincia a diventare avversario delle altre istituzioni?”.