Candida, uno spiraglio per il Palazzo Filangieri

Palazzo Filangieri CandidaL’amministrazione comunale di Candida guidata dall’ingegner Raffaele Petrosino ha come obiettivo principale il recupero strutturale dello Storico Palazzo Filangieri. Probabilmente il risanamento del sito è ad un passo: in pratica una possibilità concreta c’è ed è quella offerta dal Decreto Dirigenziale numero 178 del trenta novembre 2012. Il Decreto in oggetto mira alla valorizzazione del patrimonio d’interesse storico, artistico, architettonico e paesaggistico con il chiaro obiettivo incrementare il turismo in Campania.

Il palazzo baronale di Candida può rientrare in tale progetto in qualità di punto turistico della bassa valle del Sabato. La destinazione d’utilizzo, quindi, è finalizzata alla realizzazione di un “Bed & Breakfast” inquadrato come un supporto logistico per i turisti interessati ai percorsi promossi dalla Regione. Ciò ovviamente può incrementare il lavoro del terzo settore ed offrire una possibilità concreta ai tanti giovani della zona.

La struttura allo stato attuale è molto degradata: per molto tempo è stata privata della manutenzione necessaria. Purtroppo il crollo della copertura ha dato avvio alla scomparsa di tutti i solai lignei.

L’intervento di risanamento sarà impegnativo per diversi punti di vista: Candida rientra nella II zona sismica e tale cosa comporta una maggiore attenzione sulla sicurezza strutturale. Si aggiungeranno gli elementi lapidei mancanti e si provvederà al consolidamento statico.

Lo storico sito ha radici radicate fortemente nel tessuto sociale della comunità. Fu costruito per volere di Caterina Filangieri negli anni trenta del quindicesimo secolo. La famiglia Filangieri fu una delle più importanti nella storia del Regno di Napoli, soprattutto nel periodo normanno e in quello svevo.

Per la sua posizione strategica, l’antico maniero fu una tappa obbligata per le persone che percorrevano il tratturo diretto in Puglia. Ha una pianta rettangolare della superficie di 600 mq circa divisa in due piani più un piccolo soppalco.

Il palazzo fu utilizzato dalla proprietà fino agli anni cinquanta del novecento con il grado d’abitazione per diversi nuclei abitativi. E l’abbandono nel corso degli anni, praticamente, ha comportato la frammentazione della proprietà e la conseguente impossibilità d’adeguamento alle moderne esigenze abitative.

Ma probabilmente s’intravede uno spiraglio per la riqualificazione grazie all’impegno degli amministratori locali. Certamente il risanamento potrà nuovamente far risplendere il palazzo che sarà in grado di offrire una nuova linfa culturale al circondario.