Pd, Gallicchio: “Per oltre 160 lavoratori della CDI tra poco scadrà la mobilità e sarà un dramma”

F1 Gallicchio Pasquale«Un’emergenza che per due anni non ha ricevuto risposte presenta il conto salato. Il 19 maggio di quest’anno terminerà la mobilità per oltre 160 lavoratori dello stabilimento CDI dell’area industriale di Calitri, mentre per gli altri 120 la mobilità scadrà il 19 maggio 2014. Una pagina vergognosa di promesse non mantenute che aggraverà ancora di più le condizioni di vita di decine di famiglie».

Pasquale Gallicchio dirigente provinciale del Partito democratico solleva con forza una vicenda finita nel dimenticatoio.

«Tutti i 160 lavoratori interessati dalla prima scadenza – afferma Gallicchio – hanno un’età inferiore a 40 anni e per circa il 60 per cento sono tutti di Calitri mentre il resto risiede in altri paesi in particolare dell’Alta Irpinia. Per queste persone che hanno investito il proprio futuro in Alta Irpinia si spalanca il baratro di una profonda incertezza, determinata da una lunga scia di impegni non mantenuti ad iniziare dal 2010 quando Cgil, Cisl, Uil e Ugl chiedevano al presidente della Giunta regionale Stefano Caldoro di attivarsi per una immediata riconversione. Nulla è accaduto. Per l’Irpinia scatta un altro preoccupante campanello d’allarme».

L’esponente del Pd punta l’indice contro chi ha determinato questo stato di cose.

«Al centro di questa vicenda c’è Gianni Lettieri esponente di quel centrodestra che non ha accolto gli appelli degli operai che si sono visti abbandonare e illusi da impegni non mantenuti. La storia della CDI e delle successive trasformazioni è condizionata di impegni finiti nel nulla. Lettieri dopo aver prodotto tessuto per jeans, aveva promesso una riconversione che non si è mai realizzata. Infatti, aveva assicurato il passaggio dal tessuto denim alle batterie per accumulare energia, per poi annunciare la produzione di pannelli solari che in seguito Lettieri ha preferito produrre a Pontecagnano vicino Salerno e non certo a Calitri nella nostra Alta Irpinia. La storia della CDI meriterebbe un’analisi profonda anche in virtù delle continue trasformazioni anche di natura giuridica. Basti pensare che Lettieri parte con IMA tessile per poi pare proseguire con IMA Due, MCM, le Cotonerie, CDI, CDI Surl, Parras e GFMT. E oggi, a distanza di due anni dalla vendita delle attrezzature avvenuta nel marzo del 2011 per 1 milione e 800mila euro, giunge la notizia non ufficiale della vendita del capannone».

Gallicchio punta l’indice contro la Regione Campania anche in riferimento ad un altro episodio.

«Quando la CDI è entrata in crisi – dichiara – nel 2010 la Regione Campania di centrodestra, utilizzando le risorse del programma Anticrisi Campania, fece tenere ai lavoratori un corso di formazione professionale dedicato a come affrontare la riconversione industriale della CDI. Oltre al nuovo lavoro che non è mai arrivato, i lavoratori hanno subito la beffa di non vedersi riconoscere le somme promesse per chi ha partecipato. Oltre a non percepire a distanza di anni quelle somme gli stessi lavoratori hanno dovuto anticipare all’epoca anche le spese per raggiungere le sedi del corso, spesso ubicate presso la città di Avellino. Per questo di fronte a tutto ciò non si può tacere».

Gallicchio fornisce anche altre cifre per dare la dimensione del dramma che Calitri e altri paesi dovranno subire.

«Ai numeri della tragica conclusione della CDI si sommano gli 80 lavoratori della Palcitric in parte, circa 15, utilizzati come Lsu dal Comune di Calitri, i 35 della Fascal, i 30 della Salca, tutti dell’area industriale di Calitri. Un’emorragia che non si arresta con le parole ma occorrono soluzioni praticabili che spesso sono emerse nelle iniziative del Pd di Calitri con gli altri circoli dell’Alta Irpinia, i quali in maniera unanime hanno deciso di sollecitare una nuova politica industriale, la sola in grado di assorbire numeri così grandi. Su questo ci impegneremo nei prossimi mesi con il governo nazionale. Solleciteremo anche il governo regionale, se reggerà l’urto politico che subirà tra qualche settimana. Le nostre energie saranno indirizzate per costruire occasioni concrete soprattutto per chi vive l’incertezza del futuro».