Franceschini: “No al voto di protesta, non porterà a nulla di buono”

f1 a - dario franceschiniMessaggi taglienti introducono il leader nazionale del Partito democratico Dario Franceschini ieri al Samantha della Porta. Attacchi a raffica contro la gestione clientelare, affondo contro demitiani, grillini, pseudo montiani, etc. etc. Stilettate contro i transfughi: Galasso e company; frecce al vetriolo contro chi crede che la politica sia un affare privato.
Introduce Carmine De Blasio presidente provinciale del Pd: “C’è tanta gente arrabbiata e delusa per quello che è accaduto in politica, per chi l’ha sporcata. Grillo, questo comico, riempie le piazze e dice in giro che siamo tutti uguali ma non è così. Agli amici che vogliono votare Grillo dobbiamo spiegare che questo voto di protesta non porterà a nessuna conseguenza politica positiva”.
Al vetriolo come non mai, il più volte consigliere comunale di Piazza del Popolo, Antonio Gengaro che rincara la dose: “In Irpinia c’è la contrapposizione tra noi e il blocco di potere demitiano. Dopo 30 anni c’è ancora il manifesto di De Mita; ma non è lo stesso: è il nome di chi cerca di farsi un nome. Bisogna scardinare questo asse di potere. Hanno messo le mani sull’Asi, sull’Alto Calore, Asl, ospedali. Tutte le cattedrali nel deserto chi le ha fatte?”.
E ancora: “Noi abbiamo candidato tutti politici, degni di questa attribuzione; dall’altra parte abbiamo questo mondo pseudo montiano che scende in campo con milioni e milioni di euro. Il Pd deve essere alternativo a tutto ciò e lo sarà”.
Nel mirino anche Giuseppe Galasso oggi montiano: “Ma c’è stato qualcuno che gli ha promesso la candidatura certa in Parlamento? Lui come gli altri hanno capito che stavano perdendo la partita e hanno lasciato. Galasso alla fine, starà con De Mita dimenticando quello che si sono detti. Il Pd deve combattere tutto questo, deve combattere chi all’interno del Partito democratico continua a fare operazioni clientelari e di basso cabotaggio”.
Dinamica e frizzante il segretario provinciale del Partito democratico Caterina Lengua ieri sul palco del Samantha della Porta insieme all’ex assessore regionale Teresa Armato, al consigliere di Palazzo Santa Lucia Rosa d’Amelio e alla candidata Rosanna Repole. Comincia dando lettura alla missiva del senatore Enzo De Luca (che proprio due giorni fa ha subito un intervento chirurgico). De Luca “dà il bentornato ad un vecchio amico vicino in tante battaglie”.
Poi Lengua entra nel vivo del suo excursus: “E’ una campagna elettorale più difficile delle altre. I nostri nemici più grandi sono la sfiducia dei cittadini nei confronti della politica; la mancanza di lavoro… Ma votare Grillo non servirà perché l’Italia e l’Irpinia potranno farcela ma senza bugie. Ora l’Irpinia democratica è pronta a dare un segnale di cambiamento. No al voto di protesta e di testimonianza. Non servirà a nulla”.
E’ la volta dell’intervento atteso. Franceschini abbraccia Enzo De Luca: “Rimettiti presto. Abbiamo bisogno di te… A voi chiedo: mettetecela tutta. Siamo gli unici a parlare con la gente. Gli esponenti del Pdl non ci sono, non girano per le piazze, non sono tra la gente. Mancano solo quattro giorni, bisogna parlare con i cittadini. Bisogna camminare a testa alta rivendicando le diversità perché noi abbiamo un approccio diverso e siamo diversi: metteremo in campo proposte ragionevoli”.
Sferzate a raffica. “Monti va dicendo: diminuiremo l’Imu ma è lui o la sua fotocopia? C’è Grillo che in quelle grida è riuscito a dire: mille euro a tutti i disoccupati ma non sa dove li prenderà, poi c’è il fuoriclasse delle bufale: Berlusconi ogni giorno ne spara una. Per questo motivo dobbiamo rivendicare quello che abbiamo fatto… Abbiamo corretto i provvedimenti di Monti, la riforma degli esodati e non ci fermeremo fino a che il diritto dell’ultimo esodato non sarà garantito; abbiamo difeso il mondo della scuola, senza di noi l’agenda Monti sarebbe stata ancora più iniqua”.
Una sottolineature per dire: “Ci sono due Italie diverse a seconda di chi vincerà”.
E a chi chiede di dare una risposta sulla questione tutta targata Galasso, Franceschini risponde: “Mi dispiace ma ognuno è artefice del proprio destino”.
E sull’Irisbus. “C’è stata una stagione in cui la politica era troppo dentro le questioni aziendali, ora è il contrario. Noi avremo un ruolo diverso. Le persone con il loro voto potranno decidere quale sarà il loro destino. La sfida è tra noi e Berlusconi. Tutti gli altri si divideranno i resti”.

 Fonte il Sannio quotidiano edizione Irpinia, Teresa Lombardo