Casapound, Bello: “Politica irpina assente sui temi del lavoro e sicurezza”

casa pound“La politica irpina tutto ha fatto tranne costruire nuove occasioni di lavoro. Per essere precisi i mestieranti della politica nella nostra provincia non sono stati nemmeno capaci di difendere il lavoro che già c’era”. A parlare è Giuliano Bello, candidato alla Camera di CasaPound Italia in Campania, che continua: “I dati sono allarmanti. Unioncamere calcola in Irpinia una media di 15 licenziamenti e sette imprese chiuse ogni giorno e un numero di infortuni intollerabile: nove morti bianche nel 2012. Un sesto posto per la nostra provincia che è un atto d’accusa a tutti gli attori principali del mondo del lavoro irpino”.
”Nel nostro programma – aggiunge Bello – si parla di garanzia del lavoro come dovere sociale. Contro la disoccupazione, il precariato e lo sfruttamento, proponiamo l’abolizione delle leggi che favoriscono la cosiddetta “flessibilità” (parola usata per esprimere il potere assoluto del capitale sul lavoro); politiche di protezione dei lavoratori italiani, evitando che siano esposti alla concorrenza di lavoratori- schiavi in paesi stranieri che non hanno stesse tutele (giornata di 8 ore, pensione, maternità etc…) o alla concorrenza di lavoratori immigrati costretti ad accettare sempre o il lavoro nero, o il minimo sindacale; la sostituzione del Senato con una Camera del Lavoro che garantisca la rappresentatività armonica di tutte le categorie produttive e lavorative; la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese; la rivalutazione culturale del lavoro manuale, che va retribuito in misura maggiore, garantendo la sicurezza, un minor numero di anni per raggiungere la pensione e un minor numero di ore settimanali; la progressiva riduzione dell’orario di lavoro a 30 ore settimanali, favorendo l’ impiego di tutti i lavoratori italiani”.
”L’Irpinia è diventata tra le zone più a rischio in Italia su questo fronte – conclude Bello – E’ arrivato perciò il momento di impegnarsi concretamente per la sicurezza in tutti i luoghi di lavoro. Imprenditori, organi di vigilanza e sindacati, tutti devono dare il loro contributo fino in fondo” .