Il Governo darà il via alla provincia 2.0

Non c’è pace sulle Province. Il decreto legge sulla spending review, varato lo scorso luglio dal Governo, che ha introdotto i criteri per la riorganizzazione territoriale sembra provocare ancora malumori tra i territori del Sannio e dell’Irpinia. La discussione resta aperta anche in ambito regionale nonostante sembrano assottigliarsi i tempi utili per formulare la ‘proposta di riordino’ che dovrà essere inoltrata al Governo nazionale entro il prossimo 23 ottobre. In Regione sembrano ancora non volersi capacitarsi della chiara indicazione più volte ribadita dal ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi, il quale ha sostenuto che non ci saranno deroghe ma si procederà secondo i criteri fissati dalla legge. Una posizione inamovibile quella del ministro, ma che in Campania si vuole tentare di modificare anche attraverso un ricorso da presentare alla Corte Costituzionale. Una iniziativa che è stata vagliata nell’ultima seduta della conferenza Regione – Autonomie locali, presieduta dall’assessore regionale Pasquale Sommese, dove si è convenuto su un riassetto che prevede il permanere delle attuali quattro Province, tra cui anche quella di Benevento non avendo i requisiti (350mila abitanti e 2500 km quadrati) e di trasformare la Provincia di Napoli in città metropolitana.
“A fine mese – ha fatto sapere Patroni Griffi – ci sarà un decreto del Governo che stabilirà modalità e tempi. Quindi saranno nominati dei commissari e si andrà al voto. Per il riordino, infatti, non è che si potesse attendere la naturale scadenza della consiliatura provinciale. Fatta la riforma, bisogna partire con il nuovo assetto quanto prima”.
In buona sostanza le Province stanno per chiudere i battenti per come sono state concepite fin qui, e si avvia la fase 2.0 degli Enti territoriali che determinerà inevitabilmente nuovi assetti politici anche in Campania. Come si ricorderà tutto ha preso le mosse con l’art. 23 del d.l. n. 201 del 6/12/2011, convertito nella legge n. 214 del 22/12/2011 ‘decreto Salva Italia’, rubricato come ‘riduzione dei costi di funzionamento delle Autorità di Governo, del Cnel, delle Autorità indipendenti e delle Province’, che ai commi da 14 a 20 si occupa in particolare della nuova disciplina delle province, regolamentandone sia l’attribuzione delle funzioni che i profili riguardanti gli organi di governo. Le misure contenute nel predetto decreto legge n. 201/2011 mutano profondamente il pregresso assetto istituzionale delle Province. In particolare, il precitato art. 23 contiene una nuova disciplina della forma di governo e delle modalità di elezione dei relativi organi dell’ente Provincia: sono organi del governo della Provincia solamente il Consiglio provinciale ed il Presidente della Provincia che durano in carica cinque anni; non è dunque più prevista la giunta provinciale (comma 15).
Il Consiglio provinciale sarà composto da un massimo di dieci componenti ‘eletti’ non più dalla popolazione residente nella Provincia ma “dagli organi elettivi dei Comuni ricadenti nel territorio” della stessa, con modalità stabilite con legge dello Stato entro il 31 dicembre 2012 (comma 16).
Il Consiglio provinciale di secondo grado così formato, dovrebbe eleggere al suo interno (“tra i suoi componenti”) il Presidente della Provincia (comma 17).