D’Ercole: “Caldoro si è caricato la croce addosso”

di Ciro Aquino

- Francesco D’Ercole è uno di quelli che affonda le radici nella tradizione politica della destra della provincia di Avellino. Un politico attento e di qualità che nei vari ruoli istituzionali ricoperti ha sempre cercato di contribuire alla crescita e allo sviluppo della comunità irpina ed in particolare di quella della città di Avellino. Una città a cui D’Ercole è particolarmente legato, forse, avendo cominciato proprio dai banchi del consiglio comunale e dall’opposizione a scrivere un proprio curriculum politico di tutto rispetto che lo ha visto protagonista della scena politica regionale prima nel ruolo di assessore all’industria della giunta Rastrelli e poi successivamente a guidato l’opposizione nel Consiglio regionale. Attualmente presiede il consiglio di amministrazione dell’Alto Calore Servizi che è una società per azioni, i cui soci sono 127 comuni delle Province di Avellino e Benevento, che opera nel settore dei servizi di captazione e distribuzione di acqua potabile, di fognatura e trattamento dei reflui. Oltre a questo, ed in virtù della sua esperienza lunga esperienza è stato chiamato a far parte anche del consiglio di amministrazione della Soresa, un ente strumentale della Regione che opera per la gestione delle attività delle aziende sanitarie campane. Ma D’Ercole è in primo luogo un autorevole dirigente del Popolo della Libertà irpino dopo la sua lunga militanza nelle file dell’ex Alleanza nazionale.

Il presidente dell’Acs non nasconde tutte le incertezze dell’attuale scenario politico che si stanno delineando nel Paese e in particolare in provincia di Avellino che si appresta a cedere, forse, il capoluogo a Benevento in seguito alla riorganizzazione degli Enti territoriali introdotto con il decreto legge 95/2012.

Le primarie del Partito democratico, l’antipolitica di Grillo, la sottoscrizione di alcuni manifesti politici da parte di esponenti del Popolo della Libertà. Presidente D’Ercole, come vede il futuro scenario politico nazionale?

“Il quadro politico italiano si è disgregato già da molto tempo, lo prova il fatto che abbiamo dovuto accettare un governo tecnico, privo di legittimazione popolare, ancorché sostenuto da un vasto arco parlamentare. Il declino della credibilità della politica è iniziato con l’avvento dell’attuale legge elettorale che ha sottratto ai cittadini la possibilità di scegliersi il proprio parlamentare. Ciò ha prodotto da un lato, il quasi totale disinteresse (tranne qualche lodevole eccezione) degli eletti – nominati per il territorio e dall’altro impedito la selezione di una classe politica che fosse portatrice di idee e, dunque, all’altezza dei gravi problemi che abbiamo davanti. La conclusione è che, allo stato, a pochi mesi dalle elezioni, non conosciamo né la legge elettorale con cui voteremo, né gli schieramenti che scenderanno in campo. Confusione totale e pericoli per la democrazia”.

 

Nel Pdl reggerà l’unità o il movimentismo delle correnti interne determinerà la nascita di nuovi soggetti politici?

“La situazione interna al PdL appare in evidente fibrillazione ma, sembra di capire, che le agitazioni nascano dai timori di non trovare utile collocazioni nella futura competizione elettorale.  Se ad oggi ancora non sappiamo se il PdL sarà in corsa per le elezioni o se, viceversa, si trasformerà in un soggetto diverso, è del tutto comprensibile che le anime del partito che provengono da una scuola politica più antica provino qualche disagio. La possibilità di scomposizione del partito, a mio avviso, è legata al tipo di legge elettorale che sarà approvata. Si tratta di una eventualità che non mi sentirei di escludere perché potrebbe rivelarsi utile al centrodestra per raccogliere maggiori consensi”.

Gli ex An daranno vita ad un nuovo partito?

“Gli ex An non intendono rifondare il vecchio partito. Abbiamo più volte affrontato il tema a livello nazionale, giungendo alla conclusione che la scelta del Pdl per noi fu una scelta finalizzata a creare una forza coesa  su valori e principi condivisi da tutti. A livello nazionale non sempre questa convergenza ha trovato riscontro nell’azione politica, anche per le difficoltà oggettive in cui siamo venuti a trovarci a causa della crisi mondiale. Ciò, tuttavia, deve impegnare tutti a riprendere un percorso comune, non importa se in un unico contenitore o in più contenitori. L’importante è dare risposte ai cittadini”.

Quali differenze e quali analogie tra il governo regionale di Bassolino e quello di Caldoro?

“Bassolino ha lasciato un’eredità pesantissima, pur avendo governato in tempi meno restrittivi, Caldoro si è caricato la croce di porre rimedio al disastro bassoliniano, governando in un momento di crisi drammatico. La differenza è tutta qui”.

Che ne pensa D’Ercole della riorganizzazione territoriale delle Province con il capoluogo assegnato Benevento?

“Un grande pasticcio: come si può concepire che Avellino rimanga provincia avendone i requisiti e la città di Benevento diventi capoluogo? Si tratta di una contraddizione incomprensibile”.

In che stato di salute si trova il Popolo della Libertà in Irpinia?

“Il Pdl in Irpinia è nelle stesse condizioni delle altre parti d’Italia: aspetta di capire se deve ribadire se stesso o se, invece, deve rassegnarsi ad essere sostituito da altri soggetti ancora ignoti”.

Qual è la sua ricetta per il rilancio del centrodestra in provincia di Avellino?

“Ritengo che la politica di centrodestra possa essere rilanciato soltanto attraverso l’individuazione di proposte serie per affrontare la drammatica situazione economico-sociale  e la contestuale dimostrazione di essere capaci di realizzarle”.

Presidente D’Ercole che scenario politico si apre nella città di Avellino dopo le dimissioni del sindaco Galasso?

“Anche nella città di Avellino lo scenario è in piena convulsione. Allo stato non è possibile immaginare quali saranno gli schieramenti che scenderanno in campo”.

Come procede l’attività dell’Alto Calore dopo le attenzioni della magistratura?

“Le vicende giudiziarie non incidono sull’attività dell’Alto Calore che continua a fornire il proprio servizio con l’impegno quotidiano di quanti vi lavorano”.