L’Irpinia fra dissesto idrogeologico e risorse naturali, il convegno Lions ad Ariano

Dissesto idrogeologico e risorse naturali, l'Irpinia in tutte le sue sfaccettature al convegno tenutosi ad Ariano Irpino

irpinia, via del grano di fabio donatoAriano Irpino - Venerdì 20 febbraio 2015 si è svolto nell’aula magna dell’Istituto di Istruzione Superiore “Ruggero II” di Ariano Irpino un interessante convegno dal titolo “L’IRPINIA TRA DISSESTO IDROGEOLOGICO E RISORSE NATURALI”.

L’evento è stato organizzato dai Lions Club Morra De Sanctis Alta Irpinia e Ariano Irpino in sinergia con l’Istituto arianese. Gli indirizzi di saluto sono stati formulati dal preside Francesco Caloia e dai rispettivi presidenti dei due Lions Club Gerardo Di Pietro e Armando Manco. Relatori di eccezione sono stati il preside emerito Alfonso Cuoppolo, l’ing. Michele Zarrella e il presidente della Commissione Giovani Geologi dell’Ordine dei Geologi della Regione Campania dott. Domenico Sessa. I lavori sono stati coordinati dal prof. Michele Ceres, responsabile di service della III Circoscrizione Distretto Lions 108Ya. L’incontro con gli studenti è stato presenziato anche da numerosi soci dei due Lions Club e da persone esterne sia alla Scuola ospitante sia ai due Club. Le tematiche trattate sono state varie ed ampie, ma tutte incentrate sulla necessità di salvaguardare il grande patrimonio di risorse naturali, ambientali e culturali dell’Irpinia nel quadro generale di un territorio interessato da un dissesto idrogeologico piuttosto diffuso, tanto da coinvolgere ben 105 comuni sui 119 dell’intera provincia di Avellino.

Particolare attenzione è stata rivolta alle immense risorse di acqua custodite nelle profondità dei Monti Picentini, le cui sorgenti sopperiscono alle necessità idropotabili di circa cinque milioni di persone, variamente distribuite tra le regioni Puglia, Basilicata e Campania, di cui la Puglia fa la parte del leone con i circa 180 milioni di mc all’anno trasferiti dalle sorgenti di Caposele, Montella e Cassano Irpino tramite un acquedotto, fino a pochi anni addietro, il più lungo al mondo, della lunghezza complessiva di 244 km, costituito da una serie di gallerie vere e proprie e di gallerie artificiali (canali in trincea ed in rilevato), unite fra loro per superare gli avvallamenti di terreno da ponti-canali e da sifoni. Monti che sono una vera e propria cassaforte idrica posta in serio pericolo dalla natura stessa delle rocce e dalla colpevole incuria degli enti preposti alla salvaguardia del bacino imbrifero, che hanno sempre programmato, ma mai attuato gli opportuni interventi di tutela delle sorgenti. Ma non si è discusso solo di acqua. Si è discusso, altresì, di come e perché le variazioni climatiche influiscono in maniera determinante sul dissesto idrogeologico del territorio, anche attraverso la proiezione di grafici e tabelle. E stato dimostrato, dopo la descrizione dei climi degli ultimi 425000 anni e secondo le considerazioni di James Hansen, che è possibile pensare ad un mondo diverso entro e non oltre il 2050, ad un mondo dove le emissioni di CO2 debbono e possono rallentare e poi diminure, ad un mondo migliore solo se ci sarà la guida di tanti uomini migliori.

Si è parlato, ancora, del meraviglioso paesaggio irpino, che ha poco da invidiare a quelli più celebrati dell’Umbria e della Svizzera; si è discusso, infine, della bontà e della varietà delle nostre produzioni agricole , che se adeguatamente considerate potrebbero rappresentare una non trascurabile fonte di reddito. Da tutti è stata auspicata, infine, l’acquisizione di una maggiore consapevolezza della fragilità del nostro territorio, che non può continuare ad essere disatteso dei necessari interventi di monitoraggio, prevenzione, tutela e salvaguardia.

Source: www.irpinia24.it