Lisipo: “l’Isis minaccia il nostro paese”
De Lieto: “necessaria l'unità per difendere l'Italia ed i suoi cittadini”
“Quello che poteva essere ampiamente previsto, sta accadendo. I criminali della ‘bandiera nera’, sono ad un tiro di schioppo dai nostri confini. Terroristi, probabilmente, si infiltrano fra i tanti che con approssimativi barconi, partono dalle coste libiche, con direzione Italia. Il Ministro degli Esteri Gentiloni, ha mostrato lucidità e consapevolezza del pericolo e proprio per questo, è stato duramente attaccato dall’ISIS” così ha dichiarato il Presidente Nazionale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.), Antonio de Lieto.
“I fatti dimostrano che il nostro Paese, come al solito, usa troppi ”se”, troppi “forse”, troppi paletti e condizionamenti: si pensa ad un quadro internazionale che se dovesse seguire l’esempio della grande coalizione che, a chiacchiere, dovrebbe contrastare l’Isis o si attendessero le decisioni dell’ONU , i terroristi del Califfato avrebbero tutto il tempo di arrivare, non in Italia, ma ben oltre. L’Isis ovvero, lo “Stato islamico dell’Iraq e della Siria”, mentre l’Occidente era impegnato a sostenere i nemici del Presidente della Siria, Assad, continuava a conquistare sempre nuovi territori: un’avanzata senza limiti e confini – ha continuato de Lieto - tant’è che i ” cancro nero”, è dilagato, ed ora è presente, con varie articolazioni, non solo in Siria, Iraq, Libia, ma anche in Egitto, in Nigeria ecc.. Ovunque arrivano le bestie del “califfato”, la popolazione viene sottoposta ad ogni tipo di maltrattamento, violenze ecc., non dando scelta: o ci si schiera con il “califfato “ o si viene perseguitati e spesso uccisi. Indubbiamente l’Isis è espressione di menti malate ma, i fatti, purtroppo dimostrano che non si tratta né di ingenui, né di sprovveduti .Molti hanno notevole esperienza militare, altri hanno rivestito incarichi di rilevante responsabilità nell’esercito iracheno, siriano ecc. . Con l’ISIS è impossibile ogni dialogo, ogni mediazione, come ben lo ha compreso un grande Re, come ABD ALLAH II° di Giordania. Un uomo coraggioso, amato dal suo popolo, come lo era suo padre e com’è sempre stata la Dinastia hascemita. Un pilota giordano, in missione anti-ISIS, facente parte della coalizione internazionale, è stato catturato dai terroristi ISIS e quando un filmato, messo in rete dagli stessi terroristi, ha mostrato la tragica fine del giovane pilota, messo in una gabbia e bruciato vivo, il Re giordano, non ci ha pensato due volte ed ha fatto impiccare due criminali terroristi che erano stati condannati, da anni, alla pena capitale e, dopo aver incontrato il padre del giovane aviatore, ha indossato la sua divisa da pilota ed ha guidato una squadriglia area giordana, all’attacco di postazioni ISIS ed il martellamento, ancora continua, anzi, gli Emirati Arabi Uniti, hanno mandato propri aerei a sostegno dello sforzo bellico giordano. La Giordania è un Paese che paga pesantemente questa situazione, come ha pagato per altri sconvolgimenti in medio oriente, tant’è che nel suo territorio, ospita centinaia di migliaia di profughi, con uno sforzo enorme e con le tensioni sociali più che prevedibili. Un grande Re, ha saputo tenere unito il suo Paese e, nel momento in cui l’ISIS si è macchiato di un malvagio, credule, inumano crimine contro un aviatore giordano, il Re, non ha esitato . Ha dato alle orde sanguinarie della “Bandiera nera”, la lezione che meritano ed al tempo stesso, ha lanciato un messaggio al mondo civile: i terroristi non vanno blanditi, ma combattuti con energia e determinazione”.
“L’Italia, il Paese più a rischio di fronte all’apparente inarrestabile avanzata dell’Isis, deve essere determinata a difendere i suoi cittadini ed i suoi interessi. L’Italia – ha rimarcato il leader del LI.SI.PO. – rischia di apparire il “ventre molle d’Europa”, dando continui segnali di divisione, mollezza e scarsa determinazione. C’è da chiedersi, fra l’altro, se risponde al vero che il personale impiegato in operazioni di recupero e soccorso, nel mediterraneo, non sarebbero armati, tant’è che una nostra motovedetta, dopo aver completato il soccorso di migranti, ha dovuto lasciare in mare l’imbarcazione usata dagli scafisti, per un riutilizzo da parte di questi, perché il nostro personale, sarebbe stato minacciato con le armi. Questa vicenda, fra l’altro fa sorgere la necessità, in caso si dovesse raggiungere un accordo con altri Stati, sotto l’egida dell’ONU o sotto altre forme, di chiarire puntualmente le “regole d’ingaggio”, perché sarebbe inutile ed anche assurdo, andare in Libia a fare solo atto di presenza, aspettando che siano altri ad attaccarci. In Libia si deve andare per annientare l’Isis e mettere al sicuro il nostro Paese, altrimenti è meglio rimanere a casa: si risparmierebbero soldi e brutte figure”.
“Per contrastare l’ISIS ci vuole ben altro che le belle parole e bisogna tener presente che per questi terroristi, la vita vale poco, quella degli altri ed anche la loro, per cui non si possono avere incertezze: è necessario fare sul serio. Da più parti, ad incominciare dall’on. Prodi, si sottolinea la necessità di un dialogo. Non è ben chiaro con chi. Molto bene ha fatto l’on. Berlusconi, in nome dei superiori interessi nazionali, a schierarsi a favore di un eventuale intervento militare, con l’avvallo dell’ONU. Un fatto è certo: quando il Paese corre un pericolo, tutti devono fare un passo indietro, ed essere uniti . Siamo una democrazia, pur con i suoi limiti, le sue lacune, le sue incongruenze, per cui tutte le posizioni sono accettabili e rispettabili importante è che quando una decisione, qualsiasi essa sia, in una materia così delicata, come la “sicurezza nazionale”, sarà assunta, questa diventi la decisione di tutti. I tagliagole dell’ISIS hanno “sgozzato”(che brutta espressione, ma è così) 21 cittadini egiziani di religione copta e bene, molto bene, ha fatto l’Egitto, senza tante chiacchiere, a bombardare le posizioni ISIS in Libia . C’è da sperare che la determinazione del Re di Giordania, venga seguita, dopo l’Egitto, da tutti coloro che vedono nell’ISIS e nella criminalità terroristica, una minaccia per la civiltà e per la pace”, ha concluso de Lieto.