I problemi dellaa sanità in Irpinia – La nota di Sergio di Lauro (USB)
Il Segretario Aziendale USB Sergio Di Lauro manda il seguente comunicato:
“La sanità in Irpinia, così come il resto del Paese, non ha mai vissuto un periodo di criticità come quello dell’ultimo quinquennio. Tale situazione viene generata sicuramente per decisioni governative di tipo centrale e regionale, ma risulta ulteriormente aggravata da decisioni locali, le cui responsabilità, però, non possono essere attribuite solo alla Direzione Strategica; perché spesso sono invece frutto di un immobilismo di Dirigenti apicali, che oltre ad aggravare una situazione già critica, con alcune decisioni violano, categoricamente, ogni norma elementare prevista dal CCNL. Durante i mesi di Aprile e Maggio 2014 la USB Pubblico Impiego, unitamente ad altre sigle, quali FP CGIL. FSI e NURSING UP, intrapresero una serie di azioni di lotta, finalizzate prioritariamente alla difesa dei parametri assistenziali, tutelando, di fatto, cittadinanza e operatori. Tantissime le norme violate, ed altrettanto le anomalie riscontrate e segnalate agli Organismi competenti; tutte frutto di una carenza insostenibile, e relativa, particolarmente ai profili professionali di Infermiere ed OSS. Si tennero diverse assemblee con il personale Diversi furono i giorni di intensa attività; uno dei quali, stranamente, si concluse con l’intervento dell’intero Corpo dei Carabinieri di Solofra. Infatti, da quello che emerse, il Direttore Sanitario mentre si confrontava con la nostra Organizzazione Sindacale, per un tentativo di soluzione delle problematiche esposte e per porre fine ad alcune illegittimità, su cui primeggiavano turni di lavoro che in alcuni casi raggiungevano anche le 24 ore consecutive, pensò, probabilmente, che era meglio far cessare le proteste e restare la situazione stagnante, continuando, però, ad “usufruire”, in prima persona, di una Pronta Disponibilità che la Direzione Generale, dietro nostre sollecitazioni, ha probabilmente ritenuto “fittizia” e non dovuta; al punto che dal 1° agosto tale istituto contrattuale è stato abrogato dal Direttore Generale sia per la Dirigenza che per il Comparto afferente alla stessa Direzione Sanitaria. Focalizzando l’attenzione sull’aspetto principale, ovvero la carenza ormai insostenibile di personale, quanto fu prospettato nei vari incontri con i Lavoratori dalla USB, e non solo, si è verificato esattamente come era stato previsto. Nello specifico nessun problema di carattere numerico – assistenziale è stato risolto; anzi, causa eventi imprevedibili, la situazione è peggiorata nettamente; ed ad una già concreta carenza dell’epoca aggravatasi durante il periodo estivo, si è aggiunta anche una comunicazione della Direzione Strategica prot. n. 3678/GVRU del 01/08/2014, con la quale, nel rispetto dei tetti contrattuali corredati da un più ristretto budget aziendale, si preannunciava che, da un report aggiornato al 31 Maggio u.s., erano rimaste disponibili solo 1000 ore di lavoro straordinario. Di questa nota, i dipendenti, nella migliore delle ipotesi, ne sono venuti a conoscenza solo 12 Agosto; per cui è facilmente immaginabile che con tale residuo è stato al massimo coperto nella sua interezza il solo mese di giugno. E i sacrifici che sono stati chiesti al Personale? E i turni sistematici, in alcuni casi, di 18 ore consecutive espletati comprensivi del contentino dello straordinario? C’è qualcuno che forse pensa di compensare il lavoro straordinario con riposi compensativi? E questo qualcuno come pensa di sostituire il Personale assente per riposo compensativo? Forse con altre disposizioni di lavoro straordinario? Noi crediamo che siamo oltre la frutta!!! Vogliamo solo ricordare che entro certi limiti contrattuali il riposo compensativo che baratta il lavoro straordinario è una decisione esclusivamente del Lavoratore.
A tutto ciò dobbiamo aggiungere che lo stesso straordinario, unitamente ad altre indennità accessorie che sono parte integrante e sostanziale dello stipendio, viene corrisposto sistematicamente con ritardo. Ciò determina, che ogni Dipendente che ha intrapreso impegni economici con scadenza mensile si trova di fronte a gravi difficoltà oggettive per poter ottemperare ai propri impegni economici, ed è costretto a fronteggiare le stesse incombenze attingendo da eventuali striminzite riserve. Aspetto ancora più eclatante, è quello rappresentato dall’enorme ritardo dell’erogazione del servizio sostitutivo mensa (buoni pasto), per il quale, però, l’Azienda provvede con anticipo di mesi a trattenere la quota prevista a carico del dipendente. Volendo fare una comparazione ci resta solo da affermare che non si è mai visto che un cittadino va al supermercato, paga normalmente, ma a casa non porta nulla, se non mesi dopo. Anche questo aspetto per i “milionari” è, probabilmente, poco significativo; ma per chi è assoggettato ad impegni economici quotidiani, è vitale!!! Dopo mesi di segnalazioni a riguardo di disfunzioni del sistema per la rilevazione delle presenze continuano le lamentele da parte del Personale dovute in parte anche per l’arroganza che caratterizza l’amministratore unico del sistema, di cui siamo testimoni in conseguenza di uno dei tanti episodi verificatisi. E nulla o quasi è stato risolto. Così come nulla è stato risolto a riguardo della poca idoneità di alcune Strutture ove si svolge l’attività dell’Azienda. E gli Organismi preposti al controllo dei luoghi di lavoro, nonché allo stato igienico – sanitario e del microclima dove sono? E chi controlla l’esatto inquadramento del Personale rispetto ai requisiti posseduti? Chi permette che figure sanitarie svolgano funzioni di autista? E come se ciò non bastasse, la Organizzazioni sindacali devono avere alta l’attenzione su alcuni inquadramenti giuridici ed economici che, allo stato attuale, sembrano non essere sostenuti dai titoli necessari e non posseduti per ottenere gli stessi inquadramenti. Chi doveva controllare i titoli posseduti e sancire per ogni dipendente la giusta collocazione nella dotazione organica? Talvolta, qualche dipendente, pur essendo inquadrato correttamente nel profilo professionale dovuto per i titoli posseduti, usufruendo del “conforto” di qualche dirigente, da tecnico della prevenzione (ex vigile sanitario) risulta “stranamente” utilizzato, in modo esclusivo, in un Laboratorio Analisi con compiti perfino di una sorta di coordinamento dell’attività espletata dal personale infermieristico del Pronto Soccorso, ricorrendo anche a metodi non consentiti per vari motivi; così come descritto nell’esposto denuncia presentato dagli stessi Operatori di un P.S. della ASL. E pensare che, inoltre, questo tecnico svolge regolarmente attività di Pronta Disponibilità per funzioni che non gli appartengono! Ma non c’è da meravigliarsi, perché c’è di peggio! Infatti, attraverso un report presentato dall’Azienda relativo a Pronte Disponibilità e relative prestazioni di lavoro straordinario, è stato scoperto e segnalato che una figura amministrativa effettua turni e straordinario in regime di Reperibilità. Ma chi è preposto a regolarizzare tali situazioni difformi, cosa sta aspettando? Forse non sa che il ruolo amministrativo non può accedere a tale istituto contrattuale? Con i tanti sforzi di parte del sindacato presente in Azienda, qualche soluzione inizia ad intravedersi; per altre questioni invitiamo la stessa Azienda ad agire con tutta comodità…….
Uno dei motivi più importanti, che sta determinando un impegno in modo frenetico di alcune sigle Sindacali in questo periodo, è certamente quello rappresentato dall’attacco finale all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori Dopo aver cancellato il Senato Renzi si appresta a cancellare lo Statuto dei lavoratori, o meglio come usa twittare le regole del mercato del lavoro vanno modernizzate. Come se la libertà di licenziare non ci riportasse nel secolo scorso a prima degli anni 70. Temiamo che l’unica rottamazione riuscita del renzismo sia quello di cambiare il senso delle parole della lingua italiana; quando si chiama riforme lo stravolgimento dei fondamenti costituzionali, o quanto si chiama modernità l’introduzione di vecchie forme di sfruttamento e di lavoro servile malpagato e ricattato. Renzi parla di riforme per rilanciare l’occupazione ma nei fatti precarizza ulteriormente il lavoro fino ad arrivare ad introdurre, come nel caso dell’Expo di Milano, il lavoro gratuito per migliaia di giovani. E questo mentre nell’indifferenza del governo la disoccupazione giovanile è salita al 43%, le aziende chiudono e molti lavoratori non percepiscono da mesi la dovuta retribuzione. Ed ora si prepara a rottamare i diritti nel mondo del lavoro. La dove non ci sono riusciti Berlusconi e Monti rischia di riuscirci Renzi anche perché qualche sindacato complice è ormai in condizioni catatoniche, e non sembra in condizioni di reagire. Il Jobs Act, ha il preciso obiettivo di cancellare l’articolo 18 nella sua parte che riguarda il reintegro del lavoratore ingiustamente licenziato per sostituirlo con un risarcimento economico. Ma come dimostra la vicenda della SAE di Trento l’articolo 18 tutela il lavoro e la dignità del lavoratore i contrapposizione al risarcimento economico che trasforma il lavoratore in merce usa e getta. “La riforma del lavoro è lo snodo centrale dell’azione di governo” ha dichiarato Padoan a Cernobbio, facendo da sponda alle dichiarazioni renziane sul “grasso che cola” nel pubblico impiego. Se in Italia c’è grasso che cola questo non sta nel pubblico impiego ma in quel 10% di italiani che detengono il 50% della ricchezza, la stessa ricchezza che Renzi, Cottarelli e vari ministri si guardano bene dal tassare. Mettere una patrimoniale dell’1% su queste ricchezze porterebbe nelle casse dello stato oltre 60 miliardi di euro ma il rottamatore dei diritti e della Costituzione preferisce umiliare il lavoro, raschiare ancora nelle tasche degli italiani attraverso nuove tasse, balzelli e accise piuttosto che inimicarsi questi poteri forti che sono i suoi sponsor. Ormai è evidente a tutti che la maggiore precarietà e riduzione dei diritti non creerà nessun posto di lavoro, ma, eventualmente aumenterà la sostituzione dei vecchi con i giovani. La riforma del mercato del lavoro, con la cancellazione articolo 18, è assunta dalla troika come un totem ideologico da abbattere a cui Renzi deve sottostare. Questo governo, dopo che ha speso il suo tempo per riformare la Costituzione – su suggerimento della banca JP Morgan – anziché impegnarsi nelle scelte per rilanciare l’economia, i salari e l’occupazione, oggi, su ordine della troika, si appresta a cancellare l’articolo 18 anziché darsi un programma di spesa per rilanciare investimenti nella ricerca, nell’innovazione e in una grande opera di ripristino e riassestamento del territorio creando così nuova occupazione sviluppo e benessere. Per questo è stato necessario che i sindacati di base proclamassero, per il 24 Ottobre, lo sciopero generale; per cacciare questo governo che in pochi mesi ha dimostrato di rispondere, meglio che la destra, ai diktat della troika e della forze economiche reazionarie oggi ben rappresentate dalla banca americana JP Morgan. Solo mettendo in campo la forza dei lavoratori sarà possibile evitare che il disegno della P2 di Licio Gelli si concretizzi nella sua tragica realtà di cancellazione dei diritti e della democrazia così come uscita dalla resistenza.”