Stipendio minimo legale, il rifiuto della Svizzera. La nota di Gugliano (Cgil)

cgilAvellino - “Avrebbe potuto essere il salario minimo piu’ alto del mondo,  ma gli svizzeri non ne hanno voluto sapere.  Domenica scorsa, hanno rifiutato la proposta di introdurre un minimo legale su scala nazionale. Una posizione in controtendenza rispetto alla maggioranza dei paesi europei.  Con questa decisione popolare,  la Svizzera rimane tra una minoranza di paesi in Europa. Attualmente in 21 dei 28 dell’ Unione Europea vigono degli stipendi minimi fissati dalla legge.  E nella maggior parte di quelli in cui non sono contemplati dalla legge, come in Italia,  Germania e la maggior parte dei paesi scandinavi, i contratti collettivi di lavoro  (CCL) coprono la maggior parte dei dipendenti e contengono disposizioni precise in termini di rimunerazioni”. Questo quanto dichiarato da Mimmo Giugliano, Cgil.
“In Svizzera, invece, poco meno della meta’ dei dipendenti è coperta dai CCL e solo una parte di questi prevedono dei minimi salariali. L’ iniziativa prevedeva uno stipendio minimo legale a livello nazionale di 22 franchi all’ora, che sarebbe equivalso ad una rimunerazione mensile di circa 4000 franchi (3270 euro). L’ obiettivo dei promotori era di ridurre la poverta’ e di lottare contro il dumping e contro le disparita’ salariali tra uomini e donne. Secondo i sostenitori dell’ iniziativa, il minimo di 4000 franchi avrebbe dovuto permettere di vivere dignitosamente del proprio lavoro agli oltre 330 mila dipendenti che attualmente hanno una rimunerazione inferiore.  Dato che i due terzi di coloro che si trovano nella fascia dei bassi stipendi sono donne, questa misura avrebbe consentito di ridurre le disuguaglianze di rimunerazione tra i sessi.  Inoltre, il minimo legale avrebbe messo fine alla pressione sui salari esercitata con l’ importazione di manodopera estera a basso costo.
Al di la’ del risultato del voto,  l’ iniziativa ha comunque avuto effetti positivi, poichè numerose società, soprattutto nella distribuzione al dettaglio, hanno nel frattempo adeguato i minimi salariali sul livello chiesto dai sindacati, quindi prima del voto decine di migliaia di lavoratori hanno cosi’ ottenuto aumenti salariali.Resta comunque il fatto che molti settori economici sono privi del CCL, in particolare quelli a basso salario dove lavorano molte donne. Il presidente dell’ Unione sindacale svizzera  Paul Rechsteiner  ha detto che il sindacato continuerà la battaglia per migliori condizioni di lavoro e contro le discriminazioni, magari seguendo un’ altra strada per raggiungere l’ obiettivo.
In  Italia,  il congresso della Cgil, di due settimane fa, ha evidenziato come bisogna intervenire sul lavoro povero, rilanciando un’azione condivisa ed unitaria sindacale nei confronti del Governo e delle Istituzioni sui temi del reddito, del fisco e della crescita. Per realizzare occupazione e sviluppo. Opportunamente, anche, io dico necessariamente, con una riflessione internazionale, appunto per il profilo sempre piu’ globale dell’ economia e della finanza nei processi politici e sociali che riguardano le persone”.