Vertenza Irpina. Nappi: “Soluzione partendo dalla consapevolezza degli errori commessi”

nappi_sergioNapoli – “L’Irpinia può uscire dalla condizione di difficoltà nella quale si trova mettendo finalmente da parte progetti faraonici e fantasiosi, costruiti sul nulla, e partendo da proposte concrete. Dopo aver perso una grande occasione con i Grandi progetti, per mancanza di incisività nella rappresentazione degli interessi irpini, occorre ora rimboccarsi le maniche per puntare su progetti concretamente realizzabili usando al meglio le risorse concretamente a disposizione”. Lo afferma Sergio Nappi, consigliere regionale del Gruppo Federato Caldoro.

La vertenza irpina – afferma Nappi – può trovare una soluzione partendo dalla consapevolezza degli errori commessi: non aver colto le opportunità offerte dai Grandi progetti ha rappresentato un duro colpo per le nuove generazioni irpine. A fronte degli oltre 2 miliardi di euro a disposizione – spiega Nappi – , la provincia di Avellino ha beneficiato di appena 150 milioni per la banda larga, terzo lotto Cervinara – Pianodardine e per i corpi idrici. Briciole.”

Per troppo tempo – prosegue l’esponente del Mir – abbiamo assistito ai voli pindarici di chi ha immaginato cattedrali nel deserto, ad esempio con improbabili e irrealizzabili opere, senza pensare, invece, a ipotesi di sviluppo che partissero dalla valorizzazione delle risorse locali e dal sostegno delle piccole e medie imprese che, anche qui, rappresentano l’ossatura del nostro purtroppo fragile apparato industriale i uno al potenziamento delle infrastrutture esistenti.”

E’ innegabile – rileva Nappi – che i primi provvedimenti concreti a favore dell’Irpinia sono venuti dalla Regione con l’approvazione dei contratti di sviluppo, fortemente sostenuti dall’Assessore Martusciello, e con l’impegno diretto del Presidente Caldoro, in questi giorni a Bruxelles per ottenere l’autorizzazione alla accelerazione della spesa dei fondi europei. E’ qui che occorre concentrare gli sforzi della classe politica, degli amministratori e delle parti sociali per ottenere una compensazione della mancata ricaduta delle risorse dei grandi progetti.”

E’ evidente che d’ora in poi occorre riconsiderare le ipotesi di sviluppo partendo dalle risorse concretamente disponibili, in particolare proprio quelle provenienti dall’Unione, attivando meccanismi virtuosi di spesa che siano realmente efficaci ai fini della valorizzazione delle nostre aziende e delle risorse del territorio. Peraltro solo così facendo, è immaginabile una ripresa dello sviluppo ed è ipotizzabile un rilancio dell’occupazione in tempi utili alle nostre generazioni senza legare, invece, tale ripresa ad opere realizzabili in tempi non certi”, chiude il Consigliere regionale.