Irpiniambiente: De Conciliis replica a Giuseppe De Mita

f2 - da sinistra Battista, Cirielli, Galasso, De Conciliis

Ettore de Conciliis, già consigliere provinciale, replica alle dichiarazioni di Giuseppe De Mita su IrpiniAmbiente

“La prossimità del voto ha evidentemente surriscaldato chi è abituato a vivere le campagne elettorali al sicuro, protetto dalla solita aurea di snobismo, personalmente sereno dalla certezza, e la sua storia personale “canta”, di ottenere, comunque, nomine o ripescaggi. Mi riferisco alle ultime dichiarazione di Giuseppe De Mita, in merito alla struttura stessa della società Irpiniambiente e della qualità dei suoi servizi.

Quando l’Amministrazione Sibilia si è trovata ad operare in questo delicato campo, tutto il Consiglio Provinciale ha convenuto su pochi, ma caratterizzanti, punti specifici, come la necessità di costituire una società a totale capitale pubblico; Non si trattò di un approccio ideologico sganciato dalla concretezza, come dichiarato da De Mita jr, ne ricordo bene il dibattito che, in sintesi, si può così richiamare:

il capitale pubblico, stante la particolarità del settore, che ha, in Campania ma non solo, ampie cronache di investimenti privati poco puliti, garantisce trasparenza e legalità. Senza la partecipazione privata e la conseguente corsa agli utili, inoltre, è più agevole tutelare i posti di lavoro, raggiungere gli standard qualitativi richiesti dalla Provincia, titolare di responsabilità diffusa sul ciclo integrato dei rifiuti, intervenire in campo strategico nelle scelte sistemiche del piano industriale.

Maggioranza e Opposizione convennero anche nell’organizzare la società con al vertice un Amministratore Unico, laddove l’Udc ed il suo vicepresidente nominato, già alquanto scettici sulla formula del capitale pubblico al 100%, avrebbero preferito un Consiglio d’Amministrazione, la cui golosità per le nomine, probabilmente, ne era la ragione.

Sta di fatto che la Provincia di Avellino fu la prima in Campania a dotarsi di una efficiente e trasparente società unica in questo campo, il cui management ha ereditato situazioni veramente difficili dai vecchi consorzi ma ha saputo pur preservare i lavoratori ed offrire un servizio funzionale. Rispetto ad allora, con una percentuale di raccolta differenziata fissata al 25%, oggi abbiamo un target del 65% che, se da un lato è un risultato importante e lusinghiero, ovviamente presuppone uno sforzo economico maggiore.

La difficoltà odierna è tutta dovuta alla morosità dei Comuni che non versano quanto dovuto alla società. Si ricordi che tutti gli altri enti erogatori di servizi (Gas, acqua, ecc), in quanto affidatari, riscuotono direttamente le proprie spettanze, attraverso la riscossione delle tariffe.

L’on. De Mita dovrebbe sapere che la Regione Campania, altra sede che lo ha visto nominato, non aiuta da tempo i Comuni irpini, disattendendo i propri doveri prescritti dalla nota legge 51, in merito alla contribuzione per le rate dei mutui che gli stessi comuni hanno contratto, a partire dal 2005; tale indifferenza influisce non poco sulla capacità degli Enti di rispettare le loro obbligazioni con Irpiniambiente”

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